fonte: https://informazionecovid.wixsite.com/home
Introduzione
A marzo 2020, il segretario generale dell’ONU aveva esortato le nazioni a «dichiarare guerra
al virus» definendo il COVID-19 «la più grande minaccia dalla Seconda Guerra Mondiale».
Il 30 marzo 2020, un articolo di Francesco Merlo su Repubblica titolava: «La prima vera
guerra mondiale», nell’immagine una colonna di camion militari, in coda, in una strada di
Bergamo. L’autore ci avverte: «Il virus rende l’intero mondo un’unica popolazione attaccata e
inerme. Speriamo che venga presto il giorno in cui i nomi dei defunti saranno incisi sulle
colonne di marmo dei Monumenti ai Caduti».
Nel dubbio, è stato anche scelto un Generale per gestire l’emergenza.
Ora è davvero evidente a tutti, siamo in guerra e – come in ogni altra guerra – la prima
vittima è l’informazione: il giornalista diventa spin doctor, le pubbliche relazioni si
confondono con la propaganda, il potere si autolegittima.
Noi cittadini veniamo travolti da una narrazione a senso unico, pervasiva e polarizzante, che
ha annientato ogni vitale dibattito pubblico e scientifico. Si sono create etichette di comodo
per screditare a priori ogni voce dissidente.
Molti “esperti” da salotto TV ci hanno convinto che esista una verità scientifica, universale e
incontrovertibile sul COVID-19. Ma la scienza non è sinonimo di verità; quello scientifico è un
metodo. Quando qualcuno sostiene “lo dice la scienza”, meglio stare allerta: la scienza non è
un paravento dietro cui nascondersi per giustificare azioni politiche.
La politica e i media hanno creato una nuova prospettiva del conflitto, ci hanno arruolato in
una violenta guerra (in)civile, contro coloro che hanno identificato come no-vax, negazionisti,
complottisti.
Come ricercatore e come essere umano ho scelto di non prendere parte a questa guerra,
anzi vorrei disinnescarla. Vorrei anche proporre alcune indicazioni per superare l’emergenza,
non solo quella sanitaria.
Questo documento vorrebbe essere uno strumento per approfondire e stimolare una
discussione scientifica – innanzitutto – attorno alla complessa realtà del COVID-19.
Il lavoro è suddiviso in sette parti.
Le prime cinque non sono di facile lettura: riportano – per lo più – evidenze tratte dalla
letteratura medico-scientifica, molte evidenze. Il linguaggio usato è per buona parte quello
della scienza, necessariamente poco fruibile per i non addetti ai lavori. Ho aggiunto al
termine di ogni paragrafo/capitolo alcuni concetti riassuntivi più facilmente accessibili.
Le ultime due parti sono più divulgative e di più ampio respiro. Propongono una diversa
chiave interpretativa per uscire dalla miope prospettiva del conflitto orizzontale,
ridefiniscono i ruoli dei principali protagonisti della narrazione, analizzano l’influenza
dell’informazione di massa sulla percezione del fenomeno COVID-19.
Buona lettura