TRADUZIONE:
FCKPTN.inc
FONTE:
https://it.crimethinc.com/podcasts/the-ex-worker/episodes/81/transcript
fonte ITA: https://www.lucazanette.it/
Introduzione:
Ciao a tutti, e bentornati ad un altro episodio di “The Ex Worker”.
Mentre registriamo questo, i carri armati russi stanno circondando la capitale ucraina di Kiev e centinaia di migliaia di rifugiati stanno fuggendo dalle bombe che cadono.
Allo stesso tempo, gli ucraini stanno combattendo ferocemente per resistere all’invasione, fronteggiando avversità schiaccianti, mentre i manifestanti contro la guerra in tutta la Russia stanno portando la resistenza a casa, di fronte all’intensa repressione della polizia.
Qui a CrimethInc. e “The Ex Worker” siamo stati in comunicazione con gli anarchici di tutta la regione, cercando di mettere insieme ciò che sta accadendo e di offrire supporto e amplificare le voci dei nostri compagni che sono stati colpiti dall’invasione.
Questo episodio raccoglie parte del materiale che abbiamo pubblicato nelle ultime settimane, al fine di fornire un contesto critico su ciò che sta accadendo oggi in Ucraina.
Inizieremo con un lungo pezzo intitolato “Tra due fuochi”, pubblicato un mese fa, mentre cresceva la minaccia di guerra.
Comprende una serie di voci anarchiche della regione, spesso in disaccordo su analisi e strategia, ma unite nel tentativo di trovare un percorso che sfidi tutti gli imperi.
Ascolterete la storia dell’Ucraina dal crollo dell’impero sovietico, il movimento di protesta di piazza Maidan (la piazza principale della capitale Kiew), che ha rovesciato il presidente Yanukovich nel 2014, le origini della guerra nell’Ucraina orientale e l’annessione russa della Crimea, il conflitto militare in corso, nonché le tensioni – e le ansie – politiche che hanno portato a questa escalation.
Condividiamo anche un lungo saggio, scritto collettivamente da un gruppo di anarchici ucraini, che descrive in dettaglio l’evoluzione del movimento anarchico in questo periodo, esamina le diverse forze che popolano il contesto politico e valuta i rischi e le potenzialità rivoluzionarie nella situazione attuale.
Concludiamo, infine, con una breve dichiarazione rilasciata dagli anarchici russi sullo scoppio della guerra, per evidenziare come gli antiautoritari su entrambi i lati dei confini condividano l’impegno a resistere all’imperialismo russo, mentre lavorano per una visione più ampia di liberazione.
Un’altra nota prima di iniziare: ora sappiamo quello che non sapevamo quando questi testi furono scritti: che Putin avrebbe effettivamente ordinato un’invasione militare su vasta scala dell’Ucraina.
Sapendo questo, alcune delle parti dei testi che ascolterete suoneranno strane in retrospettiva, ma abbiamo deciso di proposito di lasciarle come erano state scritte.
Quindi, per esempio, quando abbiamo deciso di non censurare le opinioni espresse da alcuni anarchici ucraini, secondo i quali un’invasione russa era improbabile, non è per dire “te l’avevamo detto”, ma per mostrare che il modo in cui sono andate le cose non sembrava inevitabile per chi si trovava sul terreno pochi giorni prima dell’invasione, nonché per indicare quanto sia difficile prevedere la direzione in cui andranno gli eventi, in mezzo a raffiche di disinformazione e agende imperiali in competizione, ciascuna con i propri portavoce nei media.
Per quelli di voi che ascoltano in questo momento, mentre le bombe stanno cadendo, speriamo che questo episodio fornisca un contesto critico per capire come siamo arrivatiqui; per quelli di voi che ascolteranno mesi o anni nel futuro, aiutiamo a fornire un’indicazione di come gli anarchici stavano valutando la situazione in vista della guerra, per approfondimenti su come potremmo imparare ad analizzare meglio le complesse situazioni di conflitto che sicuramente ci ritroveremo ad affrontare in futuro.
C’è un’enorme quantità di disinformazione in giro, in gran parte originata dalla propaganda russa, ma anche dalle forze pro-NATO.
Sfortunatamente, alcuni settori della sinistra negli Stati Uniti e oltre hanno adottato acriticamente molti dei punti di discussione di Putin: che il governo ucraino è in realtà controllato dai fascisti e che l’invasione russa non è imperialismo, ma un atto difensivo o addirittura antifascista o anti-nazista.
Ci auguriamo che i seguenti rapporti, tutti scritti da anarchici della regione, verificati e revisionati il più accuratamente possibile, aiutino voi ascoltatori a orientarvi e a trovare percorsi verso la solidarietà.
È stato difficile rimanere in contatto con i compagni che stanno combattendo per la propria vita in una situazione in rapido cambiamento, ma mentre finiamo questo episodio stiamo già lavorando a un secondo che uscirà subito dopo, in cui presenteremo resoconti di prima mano dell’invasione in Ucraina e della resistenza contro la guerra in Russia.
Quindi restate sintonizzato per quelli, ma per ora speriamo che troverete questo background e questa analisi utili per capire cosa sta succedendo oggi.
Quindi iniziamo.
1. Tra due fuochi.
Apriamo la discussione di questo episodio sulla guerra russa in Ucraina con un testo che abbiamo pubblicato per la prima volta il 3 febbraio 2022: “Tra due fuochi: anarchici ucraini sull’incombente minaccia di guerra”.
Come capire il conflitto in corso con le truppe russe che sono attualmente ammassate al confine ucraino? È solo una dimostrazione di forza da entrambe le parti, volta ad assicurarsi un’influenza (sull’area n.d.r.) e destabilizzare l’opposizione?
Sfortunatamente, nel contesto globale instabile di oggi, anche i più esperti attori geopolitici potrebbero entrare in una spirale da resa dei conti, solo per fare un “piccolo tintinnio di sciabola” e finire con la situazione che gli sfugge di mano.
Forse tutto ciò che sta avvenendo è politica del rischio calcolato, ma alla fine potrebbe comunque portare alla guerra.
L’ultimo mese ha visto le truppe russe schierarsi in Kazakistan e Bielorussia, assicurando a Putin il ruolo di garante delle dittature e indicando la portata delle sue ambizioni, per non parlare del precario equilibrio di potere in tutta la regione.
Gli Stati Uniti stanno ora schierando truppe anche nell’Europa orientale, aumentando la tensione nel perseguimento delle ambizioni imperiali rivali.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha iniziato il 2021 lanciando l’offensiva contro gli alleati di Putin in Ucraina, ha recentemente chiesto all’amministrazione Biden di frenare la propria condanna; questo non indica che la minaccia di una guerra non sia reale, ma piuttosto che Zelensky deve ancora stare attento all’economia ucraina, che la guerra incomba per settimane, mesi o anni.
La prospettiva di un’invasione russa pone domande spinose agli anarchici. Come possiamo opporci all’aggressione militare russa senza semplicemente entrare nell’agenda degli Stati Uniti e di altri governi?
Come possiamo continuare a opporci ai capitalisti e ai fascisti ucraini senza aiutare il governo russo a elaborare una narrativa per giustificare l’intervento diretto o indiretto? Come diamo la priorità sia alla vita che alla libertà della gente comune in Ucraina e nei paesi vicini?
E se la guerra non fosse l’unico pericolo qui? Come possiamo evitare di ridurre i nostri movimenti alle filiali delle forze statali pur rimanendo rilevanti in un momento di escalation del conflitto? Come continuare a organizzarci contro ogni forma di oppressione anche in mezzo alla guerra, senza adottare la stessa logica degli eserciti statali?
Non è la prima volta che gli eventi in Ucraina pongono domande difficili. Nel 2014, durante l’occupazione di piazza Maidan che alla fine ha rovesciato il governo di Viktor Yanukovich, nazionalisti e fascisti hanno preso il potere all’interno del movimento.
Come scrisse un testimone all’epoca:
“Il movimento anarchico e di sinistra ucraino nel suo insieme si è trovato tra due fuochi. Se vincerà la protesta di Maidan… è già possibile prevedere il rafforzamento e l’emergere di nuove organizzazioni di estrema destra focalizzate sull’uso della violenza e del terrore contro gli oppositori politici.
Se Yanukovich vince, un’ondata della più severa repressione colpirà indiscriminatamente tutti coloro che sono sleali nei confronti delle autorità”. – Leopoli, 19-21 febbraio 2014
È importante sottolineare che nulla era inevitabile in questo: un movimento anarchico più vivace avrebbe potuto produrre risultati diversi a Kiev, come ha fatto a Kharkiv.
A quel tempo, abbiamo descritto l’ascesa dei fascisti nelle proteste di Maidan come “un contrattacco reazionario nello spazio dei movimenti sociali”.
Questo può essere un segno di cose peggiori a venire: possiamo immaginare un futuro di fascismi rivali, in cui la possibilità di una lotta per una vera liberazione diventa completamente invisibile. Oggi siamo otto anni più avanti in quel futuro.
Le tragedie in Ucraina – dal 2014 attraverso l’insurrezione sostenuta dalla Russia nelle regioni di Donetsk e Luhansk fino ai giorni nostri – mostrano le conseguenze catastrofiche della debolezza dei movimenti antiautoritari in Russia, Ucraina e Stati Uniti.
In questo contesto, vediamo attori statali su entrambi i lati del conflitto che mobilitano i discorsi di antifascismo e antimperialismo per reclutare volontari e delegittimare i loro avversari. Fascisti e sedicenti antifascisti allo stesso modo hanno combattuto su entrambe le parti del conflitto Russia/Ucraina già da anni, proprio come i sostenitori di ciascuna parte hanno descritto l’altra parte come imperialista.
Man mano che ci addentriamo nel XXI secolo, ci saranno probabilmente sempre più lotte armate che cercheranno di reclutare anarchici e altri antifascisti e antimperialisti.
Non dovremmo né renderci irrilevanti stando in disparte da tutti i confronti, né lasciare che un senso di urgenza ci spinga a prendere decisioni sbagliate e costose.
Allo stesso modo, se ci smarchiamo dal prendere qualsiasi posizione sulla base del fatto che la situazione è disordinata e non ci sono persone così brave da entrambe le parti, condivideremo la responsabilità dei massacri che ne conseguiranno.
Prima di presentare le prospettive dall’Ucraina, esamineremo alcune delle altre proposte su come potrebbero impegnarsi gli anarchici.
Nel suo testo, “Perché dovremmo sostenere l’Ucraina?”, Antti Rautiainen, un anarchico finlandese che ha trascorso anni in Russia, sostiene che la priorità più importante è opporsi a una guerra di conquista russa:
I risultati dei primi 30 anni di “democrazia” in Ucraina sono, per usare un eufemismo, poco convincenti. L’economia e i media sono nelle mani di oligarchi rivali, la corruzione è a livelli sbalorditivi, lo sviluppo economico è in ritardo rispetto a molti paesi africani e, inoltre, il paese è diventato il centro del movimento neonazista in tutto il mondo.
E questi problemi sono fondamentalmente autoctoni, non il risultato degli intrighi del Cremlino.
Eppure, l’alternativa è ancora peggiore.
Il governo di Putin rappresenta il KGB senza socialismo. Come abbiamo documentato, i subalterni di Putin usano abitualmente la tortura e fabbricano casi di cospirazione insieme alla violenza della polizia vecchio stile per reprimere il dissenso. Secondo Antti, “Putin non è il gendarme d’Europa, ma il gendarme di tutto il mondo”: dalla Siria al Myanmar, ogni volta che un dittatore tortura e uccide migliaia della sua stessa gente, Putin è lì per sostenerlo.
Antti sostiene, contrariamente all’anarchico intervistato di seguito, che in caso di invasione russa, gli anarchici dovrebbero appoggiare l’esercito ucraino e – in caso di occupazione russa – dovrebbero essere preparati a cooperare direttamente con un’organizzazione di resistenza statalista, se un potere simile esistesse.
Ciò solleva una serie di domande difficili. Gli anarchici sono in grado di offrire un’utile assistenza a un esercito statale? Se possono, dovrebbero? Come potrebbero sostenere l’esercito ucraino senza quindi renderlo più pericoloso per i movimenti sociali e le minoranze all’interno dell’Ucraina, per non parlare della legittimazione del reggimento fascista Azov? Uno dei principi della guerra a tre è che non devi rafforzare un avversario per sconfiggerne un altro. Ciò è illustrato dalle disgrazie degli anarchici in Ucraina un secolo fa, che hanno dato la priorità alla sconfitta dell’Armata Bianca reazionaria solo per essere traditi e assassinati dall’Armata Rossa di Trotsky.
Allo stesso modo, se gli anarchici lavoreranno a fianco dei gruppi statalisti, come è già accaduto in Rojava e altrove, ciò rende ancora più importante articolare una critica del potere statale e sviluppare una struttura articolata attraverso la quale valutare i risultati di tali esperimenti.
La migliore alternativa al militarismo sarebbe costruire un movimento internazionale che possa rendere inabili le forze militari di tutte le nazioni. Abbiamo visto comprensibili espressioni di cinismo da parte dei radicali ucraini riguardo alla probabilità che i russi comuni facciano qualsiasi cosa per ostacolare gli sforzi bellici di Putin. Questo richiama alla mente la rivolta del 2019 a Hong Kong, che alcuni partecipanti hanno anche inquadrato in termini etnici. In effetti, l’unica cosa che potrebbe preservare Hong Kong dal dominio del governo cinese sarebbero potenti movimenti rivoluzionari all’interno della Cina vera e propria.
Considerando che la Russia è stata in grado di stabilire un punto d’appoggio per la propria agenda all’interno della regione del Donbas in Ucraina in parte a causa delle tensioni tra l’identità ucraina e russa, il sentimento anti-russo giocherà solo a vantaggio di Putin.
Tutto ciò che si polarizza contro il popolo, la lingua o la cultura russa faciliterà gli sforzi dello stato russo per creare piccole repubbliche separatiste.
Allo stesso modo, guardando la storia del nazionalismo, possiamo vedere che qualsiasi resistenza all’aggressione militare russa che aumenti il potere del nazionalismo ucraino non farà che aprire la strada a futuri spargimenti di sangue.
Per quanto riguarda la prospettiva della guerra, gli anarchici bielorussi hanno enumerato alcuni dei propri numerosi inconvenienti in un articolo intitolato “Se solo non ci fosse guerra”:
“Gli anarchici non hanno mai accolto con favore le guerre perché distraggono la popolazione dai problemi reali che ci circondano costantemente. Invece di lottare per la libertà, la popolazione inizia a discutere dei successi dell’avanzamento in prima linea. Il posto della solidarietà internazionale è preso dal nazionalismo, che ha trasformato fratelli, sorelle e compagni in nemici mortali. Non c’è niente di progressista nella guerra. La guerra è il trionfo di un’ideologia misantropica del potere. Oggi, come sempre, la guerra è affare dei governanti, tranne per il fatto che la gente comune vi muore. In una spinta patriottica, o semplicemente per i soldi.”
Eppure il movimento anarchico globale non è in grado di offrire al popolo ucraino un’alternativa infallibile alla guerra. Proprio come la rivolta in Kazakistan è stata infine repressa con la forza bruta, quasi tutte le rivolte in tutto il mondo dal 2019 non sono riuscite a rovesciare i governi che hanno sfidato. Siamo in un periodo di repressione mondiale interconnessa e dobbiamo ancora risolvere i problemi fondamentali che pone.
La sanguinosa guerra civile scoppiata in Siria, in parte come conseguenza del sostegno di Putin ad Assad, offre un esempio di come potrebbero apparire molte parti del mondo se le rivoluzioni continuano a fallire e al loro posto emergono guerre civili. Potremmo non essere in grado di prevenire le guerre future, ma sta ancora a noi capire come continuare a perseguire un cambiamento rivoluzionario in mezzo ad esse.
Vale la pena notare, di passaggio, che almeno un anarchico ucraino, editore della rivista Assembly a Kharkov, non sembra essere particolarmente preoccupato per un’invasione russa dell’Ucraina, considerandola un’invenzione esagerata dei media occidentali. Si spera che questa persona abbia ragione, anche se notiamo che anche i media russi e bielorussi hanno pubblicato storie drammatiche rigardanti un conflitto incombente sull’Ucraina.
Infine, vorremmo richiamare l’attenzione su questo comunicato di un’azione in Svezia che esprime solidarietà ai ribelli in Kazakistan, prendendo di mira un rimorchio appartenente alla Shell Corporation per richiamare l’attenzione sulla complicità delle società petrolifere occidentali nello spargimento di sangue in Kazakistan e in altri luoghi minacciati dalla Russia.
Sebbene le azioni clandestine non sostituiscano i movimenti potenti, l’azione riesce mirabilmente a mostrare il modo in cui l’autocrazia russa è interconnessa con i capitalisti occidentali: le baionette russe hanno difeso il trono del vassallo di Putin, Tokayev, ma non solo lui.
Basta guardare alla produzione di petrolio, uno dei rami principali dell’economia del Kazakistan. Le società occidentali hanno un’enorme partecipazione nel settore petrolifero del paese. Se i ribelli avessero vinto, la proprietà di queste corporazioni avrebbe potuto essere espropriata dal popolo.
L’intervento russo e la repressione della rivolta hanno fornito una sanguinosa “stabilità” non solo al regime oligarchico, ma anche ai capitalisti occidentali che parassitavano le risorse naturali del Kazakistan.
Una delle società occidentali attive in Kazakistan è la British-Dutch Shell. Così, nel campo di Karachaganak, uno dei tre più grandi del paese, la sua quota è di circa il 30%. E questi non sono gli unici asset della società in Kazakistan. Non sorprende affatto che il regime russo abbia inviato truppe per proteggere la ricchezza dei proprietari della Shell.
Shell ha investito nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2 e ha costantemente esercitato pressioni per gli interessi del regime russo nella politica europea. (…)
La teoria e pratica che unisce resistenza a dittatura, capitalismo, guerre imperialiste e distruzione della natura in un’unica grande lotta è l’anarchismo.
Il raggiungimento della vera libertà da tutte le forme di oppressione avrà luogo sotto il nero vessillo dell’anarchia.
Ora lo stato russo potrà scatenare un’altra guerra imperialista. Vogliamo appellarci ai soldati russi: siete inviati per uccidere e morire per l’interesse di potenti avidi e crudeli e dei ricchi. Se una guerra dovesse scoppiare, disertate con le vostre armi, disarmate gli ufficiali, unitevi al movimento rivoluzionario.