Cizre, estremo sud-est della Turchia. Il 4 Settembre 2015 un provvedimento del governatore di Sirnak dichiara lo stato di emergenza: alla popolazione viene imposto il coprifuoco 24 ore su 24. Nessuno può uscire di casa, l’ospedale viene chiuso così come tutte le attività commerciali. Non c’è acqua né corrente elettrica, i cellulari non funzionano. La città è isolata dal mondo. Comincia l’assedio. Pochi giorni prima, gli abitanti di Cizre avevano proclamato l’autogoverno, dichiarandosi autonomi dallo stato centrale. Come in altre città del Kurdistan turco guardavano al modello del confederalismo democratico, già praticato nel Rojava.
“Il massacro di Cizre” racconta ciò che è accaduto nei 9 giorni di coprifuoco attraverso le voci delle persone che lo hanno subito e le immagini dei quartieri attaccati dall’esercito turco. Una brutale offensiva militare contro la popolazione civile che ha provocato 28 morti e oltre 100 feriti. A partire dai fatti di Cizre, vogliamo ripercorrere il terrore e le bombe che hanno sostenuto la campagna elettorale di Erdogan e discutere delle strategie di resistenza proposte e praticate dal popolo curdo in Turchia e in Siria.
Riteniamo fondamentale mettere a fuoco la posta in gioco dello scontro tra la volontà del piccolo sultano di imporre uno stato sempre più autoritario, con il tacito assenso dei governi europei, e la determinazione dei curdi e delle altre opposizioni interne a resistere ad ogni costo. Una posta in gioco che va molto al di là della sola questione curda e riguarda tutti quelli che si battono per trasformare questo presente.
LUIGI D’ALIFE / autore del documentario “Cizre’de Katliam Var – Il massacro di Cizre” (17′ – Anno 2015). Trailer: