ZAD [ITA] – Testimonianze sugli sgomberi

da: https://zad.nadir.org/spip.php?article402

TESTIMONIANZE SUGLI SGOMBERI

Troviamo qui delle testimonianze sulla settimana degli sgombri.

E’ più di una settimana e mezza che gli sgomberi hanno avuto inizio a Notre Dame des Landes. All’inizio è andato abbastanza rapidamente, in una mattinata numerosi luoghi sono caduti, La Bellich’route è bruciato, Bel Air, la Gaité, le Pré-Failli, l’Après Faillite, le Squat a Puce sono stati sgomberati, les planchettes sono state distrutte. Barricate sono state montate un po’ ovunque, poi nel corso della settimana il ritmo sfrenato si è rallentato con, in media, due case distrutte al giorno. La Blitzkrieg si è trasformata in guerra dei nervi. Non mi dilungherò molto di più sulla situazione che è molto dettagliata sul sito della Zad.

Una guerriglia è stata messa a punto nel bosco, senza tregua, imboscate di fronte ad una militarizzazione della zona, la gente tiene le barricate il che, in certi punti, cristalliza la lotta. Gente ferma in un posto mentre dei gruppi si spostano là dove c’è bisogno di resistere. Una solidarietà importante è messa a punto sia all’esterno che all’interno, approviggionamente di cibo, di materiali, azioni di solidarietà in Francia come altrove, centinaia di messaggi di sostegno e di reazioni nel mondo politicardo.

Le barricate sembrano essere un posto importante, anche per la autostima e sembra che ci si dimentica che tutto quello che si fa intorno è altrettanto importante, a vedere capitale. Di fatto, è difficile non sentirsi colpevole per non essere al “fronte”, un sentimento difficile da sorpassare allora che potrei dire a tuttx: quello che fate ovunque voi siate, anche se poco, è IMPORTANTE. Nessuno deve sentirsi meno di qualcun’altro. Non disperate, riposatevi se necessario, essere coraggioso non vuol forzatamente dire “fare la guerra” ma aiutare malgrado la paura, il dubbio, l’incertezza del domani. Anche qui mi potrei dilungare di più, scriverne un libro…

Lascerò per il dopo il posto al risentimento troppo poco espresso, penso, fin qui. E’ un po’ come la marea, si vede le case distrutte e ci si sente serrare il cuore, lo scorramento è forte quando si sentono i bulldozers distruggere in un fracasso assordante i pezzi di muro che franano al suolo. L’oppressione quando l’elicottero ci sorvola, quando si vede la luce dei riflettori spostarsi sui campi nella notte buia. Quando si sente questi porci ridere si sente l’odio salire e nello stesso tempo non si lascia il proprio corpo parlarci, i sentienti si rinchiudono da qualche parte per sopportare quest’infamia denominata operazione Cesar, lo scoraggiamento, la disperazione ci rincorrono.

Poi si incrocciano di nuovo glx amicx sempre lì, i compagni di lotta che arrivano, la solidarietà come ne parlavo più in alto, si sente che tale cosa è successo e si riconquista l’energia, si conserva una speranza, la speranza del folle sicuramente, la speranza infima che ce la faremo di fronte a questa macchina infernale, di fronte al fascismo capitalistico/statista ci sorprendiamo a ridere, si apprezzano fortemente i momenti insieme dove ci ritroviamo dietro un bicchiere di tisana. E si, in certi momenti siamo sfiniti ma si riprendono le forze prima o poi e si riparte per un altro giro.

Allora per ondate la disperazione arriva con il mare basso, poi si riprende coraggio a mare alto. Non c’è un sentimento uniforme che si deteriora man mano, non è un pozzo senza fondo. Qualcuno certamente continua a resistere avendo bene a mente la realtà dura e fredda che si perderà ed altri si battono pensando che se ci si lascia prendere dal pessimismo ambientale di questo mondo non si arriverà a nulla. L’importante è tenere duro anche se la causa sembra disperata, l’importante è resistere qualsiasi sia la situazione, l’importante è continuare a mostrare che delle voci si levano contro questo loro mondo distruttore, di una violenza implacabile, di un disprezzo profondo per quello che hanno attorno. La loro incoscienza gli porterà alla loro perdizione, perché fino a quando saremo in vita ci batteremo e anche se ci uccidono, le idee non sono deperibili e attraversano gli anni…

Per finire, vorrei ringraziare dal più profondo del cuore gli abitanti che ci aiutano, senza di loro sarebbe difficile tenere, è per loro che tutti noi siamo lì.

Allora, resistete, occupate, squattate il loro mondo perché non è solo a Notre Dame des Landes che la zona è da difendere, è dapertutto, anche là dove non c’è niente ed è qui adesso, non aspettiamo il grande giorno tanto sperato, costuiamo un altro mondo, fermiamoci nel nutrire il nostro nemico per meglio distruggerlo, aiutiamolo nella sua caduta, ma che non ci trascinano con loro, il cambiamento bisogna farlo adesso.

EVVIVA LA RESISTENZA.

Unx occupante della ZAD.

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