Quando si aspetta al mattino presto in una casa o dietro una barricata, dicendosi che è veramente logorante non sapere se attaccheranno o meno, verrebbe quasi da dimenticare che la situazione attuale sul terreno è una vittroria:
la D81 è “nostra” da più di tre settimane (barricate o chicane secondo il periodo, installate sull’asfalto),
il Far West, come pure altre capanne sono sempre in piedi e occupate,
la casa del Rosier, sgomberabile dal 16 dicembre, è sempre gioiosamente occupata e diffesa da tanta gente compresi i contadini ed i loro trattori,
la strada ad ovest del Rosier è anche lei “decorata” da splendide barricate,
la casa della Sécherie ha ottenuto una proroga fino al 27 dicembre,
radio klaxon diffonde sulla zona,
si costruisce sempre nella foresta di Rohanne, sul nuovo sito occupato dal 17 novembre e tanti altri boschetti e roveti…
più in generale, c’è gente, ci si organizza per installare e accogliere nei campeggi, si riflette sul dopo della lotta.
Certo che, aldilà di quello che succede sulla ZAD stessa, c’è tutta la dinamica di lotta contro questo progetto e il mondo che gli gravita intorno, rinforzato dall’inizio degli sgomberi, questa mobilizzazione di gente proveniente da ogni dove, queste 40.000 persone venute sul posto il 17 novembre, questi collettivi creati in tante città e paesi… E chissà cosa ci aspetta ancora?!!!
Allora, ogni tanto vale la pena ridire: stiamo per vincere, e di fronte, devono essere scocciati! D’altronde, c’è solo da leggere le loro misere dichiarazione che esortano i buoni cittadini a lasciare gli eletti rifflettere al posto loro, agitando disperatamente la bandiera rossa della minaccia ultra-sinistra/anarchisti autonomi/i-non-so-cosa-che-fa-paura, tentando ancora e sempre di dividere gli opposanti chiamando gli uni alla ragione e dipingendo gli altri di xenofobi (“sono degli stranieri” come se non si vivesse tutti sulla stessa terra!). Tutte queste parole lasciano pensare che non sanno più come affrontare la cosa…
E poi infine, è strano che continuino ad affermare che non ci sono più ricorsi in corso, ecco la lista delle attese dei diversi tribunali e come per caso, ce ne sarà ben uno che permetterà loro di salvare la faccia, tipo “vedete è la commissione europea che ha fermato il progetto”… e bla bla bla… abbiamo già vinto, hanno un’uscita di sicurezza! (sic)
From Reconstruction |
In ogni modo, non lasciamo loro il tempo di riprendersi la mano! L’idea è di continuare ad affermare la nostra opposizione radicale a questo progetto e al sistema che lo sostiene e di agire di conseguenza. Rinforzeremo la complementarietà tra i nostri metodi di azione perché questa lotta si arricchisca encora di molteplice sfaccettature, ognuno complicando il lavoro degli decisionali che vorebbero farci tacere.
L’aeroporto non si farà.