ZAD-13nov [ITA] – Notre-Dame-des-Landes: andate e dite a Roma che il loro impero finisce qui!

Mercoledi’ 7 Novembre: 500 robocop s’ammazzano di fatica durante 6 ore per distruggere 5 barricate che vengono ricostruite immediatamente!

E’ ormai da più di tre settimane che gli Anarco-Autonomi Estremisti-Distaceppa, che coltivano delle vere verdure senza prodotti chimici e che costruiscono case sugli alberi, resistono alle aggressioni e e alle distruzioni provocati da un invasore capitalista tra i più belligeranti.

Stamattina, verso le 8:00 i walky-talky ci avvisano dell’arrivo di circa 20 furgoni pieni di sbirri, avvistati a Fay-de-Bretagne e diretti alla barricata nord. Appena arrivano, le forze del disordine si dispongono rapidamente e pronunciano una versione rapida dei tre avvertimenti ufficiali per dire che se non ci arrendiamo useranno la forza, prima di avventarsi come dei grossi babbuini sulla prima barricata, buttarla giù e prenderla in fretta. I lanci di lacrimogeni vengono accompagnati dall’esplosione di bombe assordanti.

Una quindicina di camion blu marino, dei veicoli della DDE ed una gru, allineati lungo la D281 sono la dimostrazione della pesante macchina da guerra messa in marcia dalla Prefettura di Loire-Atlantique.

La seconda barricata cade, le legioni di Cesare avanzano ad ogni carica di una cinquantina di metri. Poco a poco, arrivano all’altezza del sentiero del Sabot in mezzo al fumo.

I dispositivi di polizia continuano durante tutto l’attacco a ricevere rinforzi fino a formare un muro compatto di almeno 150 playmobil. Gli zadisti e simpatizzanti che gli fanno fronte sono meno numerosi e soprattutto molto meno equipaggiati. Tutti sono ben intenzionati a difendere il Far Ouezt fino a salvarlo dal saccheggio perpretato sulla ZAD da ormai più di 20 giorni dai cani da guardia di Vinci e della sua filiale AGO.

I lanci dei proiettili di gomma sono limitati dalla presenza continua di vari giornalisti che possono testimoniare in ogni momento la violenza della polizia. Gli sbirri cercano di ferirci al riparo da eventuali testimoni e uno dei nostri compagni riceve un tiro sulle gambe, giusto sotto il ginocchio.

Questi degenerati con elmetto non esitano a lanciare numerosi gas lacrimogeni alle nostre spalle. Certe cartucce di gas cadono direttamente sulle nostre teste. Varie granate assordanti esplodono a volte molto vicino…

Spesso l’atmosfera diventa irrespirabile per il gas. Protette dalla nebbia di fumo, le forze terroriste dello Stato social-fascista continuano la loro avanzata sulla strada. Al livello del sentiero della Chèvrerie, i play-mobil prendono una nuova barricata grazie al loro soffisticato apparato di guerra ed alla loro superiorità numerica, obbligando gli zadisti e simpatizzanti a ripiegare dietro una nuova barricata vicino alla casa del Far Ouezt. L’elicottero degli sbirri arriva vicino ma viene raggiunto da un fumogeno e torna indietro.

Dopo tre ore di cariche continue, i playmobil hanno ripreso più o meno un controllo precario della strada, per permettere ai collaboratori della DDE di riempire i buchi dell’asfalto e di portare via cio’ che resta delle barricate grazie ad una gru portata su un camion a tal fine.

Salvo che… c’è un convoglio di playmobil, di CRS e di macchine stazionate sulla strada costeggiata da alberi alti tre metri e fitta boscaglia. I porci non hanno visibilità di cosa succede intorno a loro. Nascosti dentro il bosco, i compagni e le compagne trasformati in guerriglieri assaltano gli sbirri con pietre, uova di pittura, bottiglie di vetro, petardi, lungo tutto il convoglio, da sud a nord. I collaboratori della DDE e dei veicoli del cantiere scansano di poco le bottiglie lanciate sulla strada, e gli sbirri che in teoria sono lì per difenderli, reagiscono troppo tardi, bombardando con gas lacrimogeno un campo di mais e talpe.

Questi invertebrati lasciano anche, alla fine del convoglio, un veicolo in servizio del Consiglio Generale senza protezione, pensando che non c’è nessuno, ma dei compagni sgusciano dalla foresta, rompono un vetro con una bottiglia di vetro e scompaiono un secondo dopo.

Inizia allora un faccia a faccia surrealista dentro un campo che unisce la D281 al Far Ouezt che sta al lato. Uno dei nostri compagni vestito da barbaro inizia a prendere in giro questi stupidi romani allineati lungo il campo come dei birilli:

«Andate a dire a Roma che il loro impero finisce qui!» «Io non voglio uccidervi ma ho bisogno dei vostri crani per bere birra!» «Io ho abbracciato la mia compagna stamattina e ho mangiato della carne umana, sono forte e pronto a morire!»

«Da questo punto in poi (il piccolo barbaro pimpante pianta la sua spada) io non garantisco più la vostra sicurezza!»

Al suono di un clarinetto e a ritmo della batucada, i playmobil si gasano da soli come degli scemi a più riprese ricoperti di risate ed insulti. Un pick-nick viene organizzato dentro il campo , davanti agli sbirri. Alcuni si abbronzano al sole. Il faccia a faccia dura fino alle 14:00, che marcano la partenza delle forze repressive dello stato social-fascista.

Questo accanimento demonio-cratico contro gli abitanti dei 2000 ettari di terra che compongono la ZAD ha solo rafforzato la nostra determinazione e le nostre convinzioni.

Il premier di sinistra Jean Marc Ayrault continua a spingere il suo megaprogetto, ancor più contento di soddisfare l’appetito vorace degli azionisti di Vinci più che di mettere in pratica una politica al servizio del benestare di tutti.

Quest’ultimo attacco contro la ZAD dimostra l’assurdità di un sistema intero che vacilla, minacciato dalle stesse situazioni di merda che ha creato.

La resistenza a questo assurdo progetto d’aereoporto e la totale distruzione della ZAD col cemento non è vicina a finire.

Continuando sulla strada della repressione, lo Stato, per le azioni scandalose di distruzione dei nostri luoghi di vita, lancia sabbia negli occhi dell’opinione pubblica, che mette in dubbio sempre più la fondatezza dell’operazione Cesar, uno spettacolo rivoltante, deplorevole, ingiustificabile.

Nel momento del riscaldamento climatico, della catastrofe di Fukushima e di una gestione devastatrice della crisi economica al servizio unicamente degli interessi speculativi e finanziari, niente puo’ giustificare un’operazione poliziale sproporzionata di una tale portata per realizzare un progetto industriale e commerciale già obsoleto ancora prima di iniziare il cantiere.

Ad Atene, Barcellona, a Notre-Dame-des-Landes come altrove, noi ci rifiutiamo di lasciare le nostre vite nelle mani di una oligarchia criminale e sociopata.

I socio-fascisti praticano da noi la politica della terra bruciata, acciecati dalla sola fiamma che li anima. Quella della preservazione degli interessi del capitale e dei grandi gruppi privati come Vinci, quando tutta l’Europa è attraversata da una crisi sociale, ecologica e politica senza precedenti.

I grandi discorsi pseudo-eco dell’alleanza socialista-verde non cambiano niente rispetto alla mascherata elettorale di maggio che ha portato ad un nuovo mostro politico rosa-verde, dopo anni di sarkozysmo così distruttivo e nocivo. Un mostro che distrugge tutto davanti ai nostri occhi.

Il bilancio della giornata resta, dopo tutto, assai modesto per i playmobil e la loro versione urbana, i CRS: 5 barricate distrutte in 6 ore… Una presenza poliziesca allucinante per un risultato prossimo a zero. Delle nuove barricte sono fiorite nello stesso luogo delle vecchie barricate, un po’ ovunque lungo la strada, bloccata da 5 giorni.

E’ fuori questione lasciare decidere ancora più a lungo una oligarchia irresponsabile al nostro posto. Chi è buono per gli azionisti di Vinci non lo è per noi.

Noi vogliamo fare crescere le nostre verdure, imparare a passare da un sistema oppressore ad uno che ricerca l’autonomia che ci emanciperà.

La resistenza continua ad amplificarsi sulla ZAD grazie alla solidarietà che si è generata, le azioni contro il PS e Vinci, le iniziative cittadine di disobbedienza civile tra le più diverse e la presenza di numerosi nuovi compagni sulle barricate e per la fase di ricostruzione. Tutti i giorni nuove persone solidale a volte ci raggiungono nella lotta altre volte ci portano un conforto morale. Noi vogliamo una vita ricca, no una vita da ricchi.

Il capitalismo sta crepando, aiutiamolo! Vinci vattene!

Gli abitanti della Zone d’Autonomie Dèfinitive.

Tutte le informazioni ed altro ancora sono sul sito della ZAD: Zone A Défendre – Tritons crété-e-s contre béton armé.

 

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