(Bruxelles, 23 ottobre 2012).
Da martedì 16 ottobre numerose forze di polizia (più di 500 antisommossa) hanno invaso la zona di Notre Dame des Landes, dove un progetto d’aeroporto internazionale oppone da diversi anni la popolazione locale al governo. Se vedesse il giorno, questo aeroporto porterebbe allo sgombero di centinaia di abitanti, alla distruzione di diverse cascine e alla cementificazione di più di 1600 ha di terre agricole. Inoltre, in un contesto di restrizioni financiarie, supporrebbe il trasferimento diretto di centinaia di milioni d’euro dalle casse dello Stato verso quelle di Vinci, l’impresa concessionaria dell’aeroporto.
La regione conta già un aeroporto internazionale a 30 km verso Sud della stessa superficie di quello di Ginevra: la construzione di un nuovo aeroporto servirebbe solo ad avvantagiare la ditta Vinci, a discapito dell’interesse generale.
La popolazione europea fa fronte ad una crisi economica e sociale senza precedente. In questo contesto, l’accesso alla terra non è un lusso ma, per un numero crescente di persone, una necessità per rispondere ai bisogni primari che sono il cibo e l’alloggio. Invece di mettere in organico politiche di ridistribuzione delle terre, i poteri pubblici accellerano la privatizzazione di queste ultime e favorizzano la presa di controllo di imprese multinazionali su risorse vitali.
Di fronte alla resistenza delle popolazioni rurali, contingenti di forze di polizia smisurati invadono le nostre campagne per mandare via gli abitanti e fare piazza pulita, in nome di interessi privati. I conflitti per la terra in Europa sono sempre più simili a quelli conosciuti da decenni in America Latina o Asia: Popolazioni senza risorse si “attaccano” alla terra per trovare di che sopravvivere e sono confrontati ad una repressione violenta e ad una criminalizzazione delle loro lotte.
Noi, organismi contadini dell’Europa tutta, esigiamo:
– l’interruzione degli sgomberi a Notre-Dame des Landes e negli altri paesi dove gli sgomberi sono in corso (Spagna, Italia, Romania, etc),
– il fermo della “merciandizzazione” della terra fortemente legata a metodi di produzione intensivi o a progetti cozzando contro gli interessi collettivi,
– la fine della repressione e della criminalizzazione delle lotte per la terra e la protezione totale dei diritti dei contadini,
– la riconoscenza, da parte dei poteri pubblici, del fatto che queste lotte sono il riflesso di una crisi di accesso al cibo e all’alloggio in tutta Europa,
– la messa in loco di un dialogo reale sulla ridistribuzione delle terre e la riforma agraria in Europa, come pure l’applicazione delle Direttive della FAO per una governabilità responsabile dei regimi fondiari applicabili alla terra, alla pesca e alle foreste,
– la riconoscenza dell’accesso alla terra per i progetti di agricoltura contadina come priorità totale, la riconoscenza della terra come “bene comune” disponendo di un valore sociale.
Contatto : Jeanne Verlinden: 00 32 (0) 497 605 884