In una soleggiata mattina del 1° febbraio 1995 gli occupanti salgono sul tetto dell’edificio, ex IPAB, in via Alessandria 12, abbandonato da anni. Dopo circa due ore – e già gli abitanti delle altre case occupate torinesi, (Barocchio, El paso, il Prinz Eugen, Delta House, Kinoz) sono sotto casa a dare la solidarietà – interviene la polizia che mette sotto assedio gli occupanti barricati sul tetto ed allontana i solidali. Mossa scontata perchè è già pronta l’offensiva: un altro edificio abbandonato in corso regina (che in seguito diventerà l’Albero Occupato) viene preso d’assalto.
Ora la polizia deve affrontare due occupazioni.
Manco a dirlo la questura come da copione schiera gli uomini ad assediare anche gli occupanti del secondo edificio. Quando però altri occupanti spuntano anche su un terzo edificio (che in seguito diventerà l’Askatasuna) la polizia si blocca ed invoca l’intervento di un paio di assessori che strappano agli occupanti un incontro per il giorno successivo, a patto di sgomberare gli edifici entro la notte. Gli occupanti scendono dall’ultimo tetto ma ci risaliranno l’indomani, in via Alessandria 12, in concomitanza con l’incontro in comune da cui non uscirà nulla, ma durante il quale gli occupanti torinesi ribadiranno, ancora una volta in città, quelli che sono i presupposti che, dalla prima occupazione dei punx anarchici in città al cinema Diana nel 1984, animano l’azione:
Il proprietario (pubblico o privato) lascia abbandonato uno spazio per specularci.
Uno spazio abbandonato ed inutilizzato è uno spreco.
Occupare uno spazio abbandonato significa restituirlo a tutti.
Apriamo in città un nuovo luogo di sperimentazione di pratiche diverse di vita all’interno della
città a cui chiunque può partecipare e di cui condividere il progetto di autogestione.
Niente soldi o finanziamenti di alcun genere perchè sappiamo arrangiarci da soli, e non desideriamo
capestri istituzionali.
Rifiuto della delega.
Dal 2 febbraio 1995, e per ben tre mesi, gli occupanti passeranno le notti barricati nel sottotetto con
due sempre svegli appollaiati sulle tegole. Le porte blindate le finestre barricate.
L’asilo sarà un’altra volta sgomberato il 5 marzo 1998, il giorno dell’arresto di Sole Silvano e
Baleno. Sarà rioccupato il giorno successivo mentre in centro la polizia carica a freddo un presidio di protesta contro gli arresti organizzato sotto il Comune. Dopo la dispersione la gente radunata
sotto l’asilo assediato (ancora una volta) toccando fino a trecento persone farà mollare la presa alla polizia.
Nell’ultimo anno l’Asilo è stato posto sotto sgombero ben due volte dall’amministrazione comunale… ma di questo ne parleremo ampiamente nei prossimi giorni.
Tredici anni vissuti, a trasformare la casa, a viverci e proporre progetti ed iniziative di autogestione,
dentro e fuori le mura. Ad accogliere viaggiatori e sperimentatori.
A farci conoscere nel quartiere ed a conoscerlo, un quartiere che a dispetto dei potenti ci ha dimostrato la sua solidarietà apertamente proprio questo autunno.
Tredici anni senza chiedere nulla all’amministrazione comunale, dimostrando che il progetto di autogestione funziona benissimo, come daltronde dimostrano le altre case occupate che sono in città, il Barocchio che ha compiuto 15 anni, El Paso che di anni ne ha 20.
Ed Il Mezcal, che invece è giovanissima, un anno e 6 mesi. Quest’ultima occupazione e le altre
che nel corso di questi anni hanno sempre incrociato la repressione del potere (dalla catastrofe olimpionica diventato più brutale e vendicativo che mai), hanno dimostrato come il messaggio e l’idea di autogestione sono capaci di affrontare gli anni senza che nulla cambi, con la stessa determinazione, perchè l’autogestione e l’azione diretta squarciano i disegni del potere, aprono nuove porte, sperimentano strade diverse, testardamente in libertà…
vecchio sito: http://asilosquat.noblogs.org/