Poland: Aborcja nie policja. Pomoc wzajemna, nie przemoc systemowa.-XIX warszawska Manifa [PL]

XIX warszawska Manifa przejdzie ulicami Warszawy w niedzielę 4 marca pod hasłem: Aborcja nie policja. Pomoc wzajemna, nie przemoc systemowa. Start z placu Defilad o godzinie 14.00.

Dlaczego takie hasło?

W tym roku obchodzimy 25 lat zakazu aborcji. Przed transformacją ustrojową mogłyśmy przerywać ciąże legalnie i bezpiecznie. W 1993 roku odebrano nam to prawo, a obowiązująca od tamtej pory ustawa do dziś nazywana jest „kompromisem”. Nasz głośny sprzeciw został wtedy z premedytacją zignorowany. Przez te wszystkie lata, które upłynęły od wprowadzenia zakazu, my nadal przerywamy ciąże. Potrafimy się wspierać i pomagać sobie w organizacji zabiegów w prywatnych gabinetach, zbieramy na nie pieniądze, zamawiamy leki na wywołanie poronienia. Wszystko w atmosferze lęku, że ktoś nas przyłapie – tak jak wtedy, gdy w grudniu 1999 roku w Lublińcu na podstawie anonimowego donosu o rzekomej aborcji policja wtargnęła do gabinetu lekarskiego, wyciągając stamtąd kobietę i wioząc na przymusowe badania ginekologiczne. Informacja o tym wydarzeniu była impulsem do powstania feministycznego kolektywu Porozumienie Kobiet 8 Marca. Od tego momentu co roku koło 8 marca odbywają się feministyczne marsze zwane Manifami.

Co to znaczy, że jesteście przeciwko policji?

Policja to symbol, narzędzie władzy i przemocy systemowej. Na polecenie polityczek i polityków, powołując się na ustawy i kodeksy, brutalnie policja nas zatrzymuje, kiedy protestujemy, zagląda nam w majtki, szukając wyimaginowanych żyletek (jak podczas zatrzymań po demonstracji w Lasach Państwowych), a jednocześnie chroni marsze faszystów. Chroni ludzi władzy, których powinnością jest służyć nam, a nie nas terroryzować. Chroni bogatych przed biednymi. Mamy dość tej symbolicznej policji – koalicji państwa z kościołem i kapitałem, władzy, która generuje nierówności i ubóstwo, wykluczenie i marginalizację wielu grup – kobiet, migrantek_ów, uchodźczyń_ów, osób LGBTQIA+, osób z niepełnosprawnościami oraz ich opiekunek_ów, osób z mniejszych miejscowości i wsi, osób zatrudnionych na śmieciówkach, bezrobotnych, osób starszych, samodzielnych matek. Mamy dość traktowania nas tak, jak byśmy były własnością państwa, kościoła, mężów, partnerów, pracodawców, nawet zarodków i płodów. Chcemy wreszcie móc decydować same o sobie.

Dlaczego konferencja odbywa się na ulicy Hożej 1?

W 2012 roku doszło tutaj do dwukrotnej próby eksmisji lokatorki z niepełnosprawnością i przemocy policji wobec osób, które próbowały udaremnić tę eksmisję i ochronić lokatorkę przed utratą nie tylko mieszkania, które zamieszkiwała, ale także szansy na mieszkanie komunalne. Sytuacja ta była klasycznym przykładem przemocy systemowej, która została wzmocniona przez funkcjonariuszy policji. W tym roku warszawska Manifa przypomina, że eksmisje są codziennością, a pomoc wzajemna i solidarność to konieczność. Zwłaszcza teraz, gdy władze zmuszają tysiące osób o niskich dochodach, aby zimą ogrzewały się najdroższą metodą czyli prądem. Władza stawia je przed niemożliwym wyborem: płacić za prąd, czy płacić za czynsz? 

Czy są manify w innych miastach?

Tak. Dzień przed warszawską idzie Manifa w Łodzi, 3 marca. 8 marca w Trójmieście i Krakowie

10 marca w 6 miastach: Wrocławiu, Poznaniu, Lublinie, Rzeszowie, Toruniu, Katowicach.

Kontakt do organizatorek:  Porozumienie Kobiet 8 Marca, www.manifa.org, porozumieniekobiet8iii@gmail.com,

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Berlino (Germania): Rigaer 94. Appello alla resistenza [ITA]

Lo stato di polizia fa uso di tutte le armi alla sua portata: lunedì 18 dicembre sono stati pubblicati circa 100 visi di persone che hanno partecipato agli eventi di Amburgo. La campagna di stato ha infine abbandonato la maschera dei procedimenti penali e ha lanciato la macchina del fango che dovrebbe piegare ogni resistenza. Facciamo in modo che questi incidenti, questo attacco generalizzato agli ultimi elementi sociali e resistenti che rimangono non passino sotto silenzio. Bruciare questa società di informatori e assassini e fascismo è un dovere ancora incompiuto.

È evidente a ogni essere umano che l’episodio di Amburgo era assolutamente necessario. Le bugie e i falsi dibattiti delle autorità repressive, del sistema conformista e dei media di estrema destra non sono riusciti a riscrivere la riuscita della resistenza contro il G20. In uno dei regimi democratici più sicuri di sé, con un apparato di violenza diversificato e un’immagine di invincibilità, diecimila persone hanno osato insorgere, correre grandi rischi e serie conseguenze per la loro vita. Un miscuglio di azioni offensive, di protesta e di resistenza hanno trasformato il summit delle potenze dominanti in un disastro. Un disastro per il marchio di Amburgo, della Germania e per i più potenti stessi, il cui incontro più importante ha ormai un futuro imprevedibile.

E il vertice è stato un disastro anche per la polizia. Questa istituzione che, nell’impero germanico come sotto la Germania fascista e in quella della democrazia, non è mai stata soltanto il potere esecutivo ma prima di tutto il potere che legittima questa nazione di assassin* e vint*. Tutt* sappiamo quanto sia profondamente radicata l’ideologia dello stato di polizia nella nostra società. Una società che ha gettato una Rosa Luxemburg già morta nel canale Landwehr, che ha dato la caccia ad Anna Frank fin dietro una libreria e che l’ha mandata, con milioni di altr* “subuman*” nei campi della morte; questa società che alla fine dichiara le forze armate tedesco-nazionali(1) come “resistenza”, è fascista. L’apparato di sicurezza della BRD, formato dagli stessi macellai che davano la caccia senza pietà in tutta Europa a partigian* e antifascist* per la nazione tedesca, è fascista. La società nel senso più ampio del termine e i poteri esecutivi si sono uniti nella caccia ai comunisti e hanno portato il meccanismo contro i gruppi della guerriglia che hanno fortunatamente sparato al fascista tedesco incarnato Hans-Martin Schleyer a una perfezione mai vista prima, qualche anno soltanto dopo la “liberazione”.

I visi della resistenza erano stampati a ogni angolo sui manifestini dei ricercati, a ogni incrocio si poteva essere controllati da una polizia pesantemente armata, la reintroduzione della pena di morte venne presa in considerazione e messa in pratica grazie al lavoro della polizia. Il discorso della società diretto dallo staff della stampa, dei politici e della polizia ha gettato le basi per innumerevoli sparatorie fatali, tortura bianca e leggi speciali contro ampie parti della società. Lo stato di polizia, ancora ai suoi primi passi al momento dell’omicidio di Benno Ohnesorg e sotto la minaccia costante di una rivolta, si è sviluppato negli anni per diventare uno stato all’interno dello stato. Con la fine della guerriglia urbana e dei nuovi movimenti sociali, siamo davanti a una società incapace di portare avanti un’opposizione reale a questo sistema. Neanche quando le persone vengono crudelmente torturate e assassinate nei bunker dei commissariati come Oury Jalloh a Dessau, bruciato vivo da uno sbirro fascista.

L’unico fattore che ha ritardato il perfezionamento dello stato di polizia totalitario sembra essere il fatto che i capi strateghi procedono con cautela, per non sollevare troppe inquietudini nei/lle attivist* per i diritti civili. Come noi hanno sempre meno mezzi e sostegno in una società civile che ha deciso che lo stato non può sbagliare; che quello che la stampa dice è giusto, e la resistenza è assurda.

I tempi delle proteste in un ambiente sicuro sono definitivamente finiti. A questo riguardo la società tedesca è tornata a un punto in cui non si trovava da 80 anni. Queste sono le innovazioni chiave e le sfide per la resistenza:

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Torino (Italia): Fenix Frost Dance. Sullo sgombero di Fenix [ITA]

13 dicembre 2017, alle 6 del mattino la digos sfonda la porta di Fenix. Festeggiano l’anniversario della strage di Stato come Cristo comanda. Sul ghiaccio dei giardini irreali scivola lo sgombero che svela definitivamente il volto della giunta comunale 5 stelle. La giunta del dialogo con i centri sociali, squat e periferie varie. Propaganda elettorale, parole al vento cui non abbiamo mai creduto. E i fatti lo dimostrano: dopo lo sgombero strisciante del MOI, lo sgombero ghiacciato di Fenix. Nessuno fa sgomberi sotto zero, ma a Torino si può. Lo vogliono tutti, il PD e la Lega che l’hanno invocato fin da maggio, lo vuole il tablet neo-qualunquista Cronaca qui…
Ma la responsabilità politica principale è della giunta pentastellata. Dopo solo 5 giorni dall’occupazione del 13 maggio, avevano già deciso che l’occupazione di Fenix è una questione di ordine pubblico, presentando denuncia “alle autorità competenti” per “Occupazione Abusiva” “affinché provvedano a quanto di rispettiva competenza”. (assessore al Bilancio S. Rolando, consiglio comunale del 29-5-2017). Altroché dialogo con le esperienze di autogestione. E Fenix è un’esperienza storica che continua a rinascere dalle sue ceneri. Da quel giorno di metà maggio tutto è in mano agli sbirri, ben contenti di “lavorare” per estirpare il “crimine”.

A 7 mesi esatti dall’occupazione, lo sgombero. Il magistrato di turno si accanisce con Fenix, ponendola sotto sequestro giudiziario, come era già successo nel 2005 per la prima volta in Italia… a Fenix! Pochi mesi dopo anche il presidio NO TAV di Venaus fu sequestrato con lo sgombero. Entrambi furono rioccupati.
Così, la giunta 5 stelle non esita a chiedere lo sgombero di una biblioteca gratuita autocostruita – con un’intensa attività di presentazioni e di concerti – spazio di ritrovo di varie realtà attive sul territorio, frequentata dagli abitanti del quartiere e dagli studenti.
L’autogestione dà fastidio a qualunque potere in quanto ne è la negazione.
Porta divelta, libri per terra, inferriate storiche tagliate con il flessibile, muri di mattoni alle finestre, sfilata di uniformi di polizia e CC, molti digos sfaccendati. Gli sbirri parlottano con gli
esattori dell’IREN per staccare il quadro elettrico. Per trasformare il luogo in una caverna invivibile. Evidentemente non vi è alcun altro progetto su Fenix, l’unico vero obiettivo è di
rendere inabitabile uno spazio pubblico a costo di devastarlo. Dopo lo sgombero del 2005, il PD ci aveva messo dentro uno dei suoi gruppi – che lo teneva chiuso – per impedire che fosse rioccupato. I 5 stelle fanno di più, passano all’azione repressiva dello sgombero, quando gli sgomberi ovunque sono sospesi per motivi di sopravvivenza al freddo. Di fronte a Fenix fa bella mostra lo Spazio Comunale Abbandonato (SCA) dell’ex Rosalia occupata, sgomberata anch’essa nel 2005.
Complimenti alla giunta 5 stelle! Alle prossime elezioni la propaganda elettorale ve la
garantiamo noi. Come la garantimmo ai socialisti corrotti che sgomberarono, devastandolo, il Barocchio squat. Non furono rieletti.
Nel frattempo gli squatter di Fenix e i molti solidali, che hanno utilizzato o meno questo spazio, si dedicheranno a tutte le attività di risposta alla violenza di Stato che riterranno legittime e opportune, fuori da qualsiasi divisione manichea tra legalità e illegalità che caratterizza i giustizialisti 5 stelle.
Le attività di azione diretta di Fenix continuano per le strade del centro.

RIOCCUPEREMO FRA CINQUE MINUTI
FENIX RINASCE DALLE SUE CENERI TORINO, 13-12-2017

https://distrofenix.noblogs.org/post/2017/12/16/fenix-frost-dance/

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Torino (Italia): Fenix sgomberato, ci vediamo in centro! [ITA]

Questa mattina 13 dicembre (1312) viene sgomberato il Fenix,occupazione anarchica nata esattamente sette mesi fa. Lo spazio aperto e liberato ha ospitato e dato vita a diverse iniziative: concerti, presentazioni di libri,assemblee di altri collettivi della città, laboratori e incontri ludici con i bambini,cinema bellavita, l’autoproduzione di testi e una distribuzione di libri. Le energie delle persone che insieme, attraverso l’autogestione, hanno permesso a Fenix di rinascere si sono manifestate in un continuo di incontri, scambi e relazioni spontanee e disinteressaterendendo possibile che la casa e il parco intorno fossero davvero come vivi e pulsanti di passione. Giusto una dozzina di giorni fa era stata inaugurata la biblioteca autogestita con la “cena per un libro”.
Purtroppo la vita in questa società non si può esprimere al di fuori della gabbia e delle leggi dello stato, così in quattro e quattro otto per mano di poliziotti asserviti e lavoratori senza dignità il Fenix viene sgomberato e torna nell’oblio dell’abbandono. La giunta comunale vanta infatti sullo stabile un bel progetto di muratura finestre con tanto di sigillo per dichiarare il posto sotto sequestro. Ecco che di nuovo un gruppo di inutili e falliti detentori del potere emette sentenze di sgombero e pone fine a un progetto spontaneo di conoscenza e cultura. Un progetto che non chiede un soldo, funziona ed è veramente costruito “dalbasso”, rispondendo a reali esigenze e desideri. Siamo certi che a parte il distruggere, annullare, sgomberare, la nuova giunta, che si riempie la bocca di partecipazione e “democrazia diretta” continuerà a non essere in grado di proporre nulla di utile o interessante se non preoccuparsi di ripulire il centro in vista dell’ostensione della sindone.
Le persone che hanno fatto vivere Fenix continueranno a testa alta a provare a vivere secondo i propri modi e desideri, tentando sempre di ribaltare il sistema del potere.
Ad ogni sgombero 10 100 1000 occupazioni!

https://distrofenix.noblogs.org/post/2017/12/15/fenix-sgomberato-ci-vediamo-in-centro/

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Torino (Italia): Solidarietà al Fenix sgomberato [ITA]

Le esperienze di autogestione, come sempre, vengono represse con tutti i mezzi e gli uomini necessari. Non c’è spazio in questa asettica e malata società per l’azione diretta e qualunque alternativa sociale e politica che esca dai binari prefissati dal potere. La politica ambigua ed infame dei Cinque Stelle si è accalappiata i favori di alcune aree ingenue di movimento con uno specchietto per allodole vecchio quanto purtroppo efficace: le promesse di dialogo con gli spazi occupati. Dialogo che qualcuno ha accolto come segnale positivo, ma che è chiaramente un’arma pulita e facile per svuotare ogni esperienza di autogestione e occupazione di tutto il suo potenziale sovversivo. La normalizzazione, infatti, smorza la tensione e fa perdere il senso stesso della costruzione di queste alternative dal basso. Il Fenix non ha mai accettato compromessi, ed ecco la risposta: in data 13.12 è stato sgomberato e murato. Una realtà intensamente vissuta negli ultimi sette mesi, sette mesi in cui iniziative di vario genere hanno aperto uno squarcio nel pieno del centro e del salotto torinese. E’ stato uno spiraglio alternativo di vita di chi, dal rifiuto di un’esistenza votata al profitto è stato in grado di creare concretamente la propria risposta, e lo ha fatto in modo spudorato e palese, nel centro città, apertamente a testa alta. E questo è una spina nel fianco per l’amministrazione, lo è per la magistratura, che come ingranaggio ben oliato di uno stato decadente distrugge qualunque realtà minacci di evadere dal controllo; ed ecco le forze dell’ordine, come pedine asservite ed automi senza identità propria che eseguono ogni ordine venga impartito, a sfondare le porte del Fenix all’alba di un mercoledì torinese, più gelido e grigio del solito. Finestre e porte sono state murate, ma il vissuto e i legami non si cancellano né con i mattoni né con i sigilli: non è la fine di nulla.
Siamo e saremo ovunque e sempre infestanti contro l’oppressione.

Edera Squat, 16 dicembre 2017

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Genova (Italia): Boicot a la película “Amor y Anarquía” acerca de la vida de lxs compañerxs Soledad Rosas y Edoardo Massari “Baleno”

También es remarcable que una película llamada “Amor y Anarquía” tiene que ser rodada bajo la protección de los maderos de la DIGOS y de la policía antidisturbios

abaleno.jpgCon una desagradable mezcla de asco y rabia traduzco desde Act For Freedom Now! el siguiente escrito de compañeres de la ciudad italiana de Génova acerca de las acciones de boicot y protesta que llevaron a cabo en contra del rodaje de la película “Amor y Anarquía” el cual se está llevando a cabo allí después de que se trasladase desde Turín, debido a intervenciones similares por parte de les compañeres turineses.

“Amor y Anarquía” es una película acerca de la vida de les compañeres Soledad Rosas y Edoardo Massari “Baleno”. Soledad Rosas fue una anarquista argentina que se mudó a Italia donde estuvo viviendo como okupa en Turín, participando de numerosas instancias anarquistas, y donde conoció a su compañero, Baleno. Tras su detención en relación a unos sabotajes a las obras del TAV reivindicados por un grupo llamado Luppi Griggi (Lobos Grises) y de los cuales se acusaba a Sole, Edoardo y a otro compañero también detenido llamado Silvano Pelissero, Edoardo se suicidó en la cárcel. Poco después, le siguió Soledad, quien se encontraba bajo arresto domiciliario en ese momento, al no soportar la pérdida de su compañero de vida. Sobre Sole y Edo se ha escrito mucho, y yo creo que sólo quienes les conocieron y compartieron con elles sus vidas y sus luchas pueden hablar sobre quiénes eran y sobre cuáles eran sus sueños. Por eso, no me voy a extender más.

El problema de la película es que la directora es nada menos que Agustina Macri, hija del presidente argentino Mauricio Macri, que bajo su fachada izquierdosa continúa encabezando la represión contra el pueblo mapuche y contra cualquier expresión popular de rabia o de lucha que no acepte los cauces impuestos, y que es el responsable del asesinato del compañero Santiago Maldonado y del guerrero mapuche Rafael Nahuel. Parece que la hija le ha salido “hippie” y ha querido hacerse famosa contando la “emocionante” historia de Soledad y Edoardo, sin conocerles, sin saber nada sobre sus vivencias ni sobre sus sentimientos o su manera de entender la libertad, el amor o la anarquía, y mientras su padre continúa reprimiendo a otres compañeres que luchan por lo mismo por lo que Soledad y Edoardo dieron sus vidas.

La memoria de nuestres compañeres muertes está muy por encima de cualquiera de vuestros patéticos y cínicos intentos de recuperación o apropiación.

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En los últimos días, cuando se rodaba la película “Amor y Anarquía” en Génova, tras la mudanza de la producción de Turín después de un boicot, se llevaron a cabo varias acciones disruptivas para evitar que la película se hiciera y para abrir la cuestión para quienes quieran saber más.

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NDDL: El gobierno francés abandona el proyecto de construcción del aeropuerto en Notre-Dame-des-Landes: Vence la Z.A.D. [CAS]

Comunicado conjunto del movimiento anti-aeropuerto tras la decisión del gobierno

Este mediodía, el gobierno acaba de anunciar por fin el abandono del proyecto de aeropuerto de Notre-Dame-des-Landes.

Cabe señalar que la DUP (Declaración de Utilidad Pública) será oficialmente no prorrogada. Por tanto, el proyecto será anulado e inefectivo definitivamente a partir del 8 de febrero.

Se trata realmente de una victoria histórica frente al proyecto de ordenación territorial destructor. Ésta ha sido posible gracias a un prolongado movimiento tan determinado como diverso.

Queremos antes que nada saludar hoy calurosamente a todas aquellas y aquellos que se han movilizado contra el proyecto de aeropuerto a lo largo de estos últimos 50 años.

En lo que respecta al futuro de la zad, el conjunto del movimiento reafirma desde hoy:

– La necesidad para los/as campesinos/as y los/as habitantes expropiadas de poder recuperar cuanto antes plenamente sus derechos.

– El rechazo de toda expulsión de aquellas y aquellos que han venido a vivir estos últimos años en la zona para defenderla y que desean continuar viviendo en ella y cuidarla.

– Una voluntad de que el movimiento en toda su diversidad –campesinos/as, naturalistas, vecinos/as, asociaciones, antiguos y nuevos habitantes– se haga cargo de las tierras a largo plazo.

Para llevarlo a cabo, necesitaremos un periodo de congelación de la redistribución institucional de las tierras. En el futuro, este territorio debe poder seguir siendo un espacio de experimentación social, medioambiental y agrícola.

En lo que respecta a la cuestión de la reapertura de la carretera D281, cerrada por los poderes públicos en 2013, el movimiento se compromete a responder por ella misma. La presencia o la intervención policial solo conseguirían agravar la situación.

Deseamos, por otro lado, en este día memorable, expresar un fuerte mensaje de solidaridad a otras luchas contra grandes proyectos destructores y por la defensa de territorios amenazados.

Llamamos a converger masivamente el 10 de febrero en la zona para celebrar el abandono del aeropuerto y para proseguir la construcción del futuro de la zad.

Acipa, Coordinación de los opositores, COPAIN 44, Naturalistas en lucha, habitantes de la zad.

Comunicado publicado ayer aprovechando el anuncio del gobierno francés del abandono de la construcción del aeropuerto en Notre Dame des Landes, Francia.

El movimiento contra el aeropuerto mantiene sus posiciones políticas y anima a todo el mundo a acudir a la ZAD el próximo 10 de febrero para continuar contra las movilizaciones y luchar contra el más que probable intento de desalojo por parte del gobierno francés, que ya ha movilizado millares de antidisturbios a la zona.

CARTA A LOS COMITÉS LOCALES, A QUIENES APOYAN EL MOVIMIENTO, Y A TODES AQUELLES QUE SE RECONOCEN EN EL MOVIMIENTO CONTRA EL AEROPUERTO Y SU MUNDO

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Galliners: Comunicado Kan Bici [CAS-CAT-ENG]

Buen año a todxs,

éste nuevo comunicado sale a raiz de rumores de un planeado desalojoilegal de Kan Bici por parte del juzgado/mossos y del propietario  Jose de Puig…
Hasta el dia de hoy no hay ningúna fecha de lanzamiento emitido por eljuzgado de Girona ni otro aviso de otras instituciones. La sentencia en segunda instancia ya está firme desde el pasado 5 de Enero 2018.
Desde nuestra parte hemos recurrido la petición de lanzamento ante-lantada (y por supuesto en éste sentido también ilegal) por parte de lapropiedad que segun la ley solamente se puede pedir a partir del dia que la sentencia está firme.
El juzgado tiene que emitir una fecha concreta para el lanzamiento ycuando llegará éste dia (y en el caso que la kasa sigue okupada) pod-rian emitir un orden de desalojo a las “fuerzas del orden” para que efec-tuan el lanzamiento por la fuerza.
Queremos recordar que la propiedad tiene la finca de Mas Viader (queincluye a Kan Bici) alquilada a la fabrica de piensos de Galliners, y éste contrato se expira en la fecha del 28 de Febrero 2018.
Teoricamente el juzgado y la propiedad deberian que respetar aquellafecha y poner una fecha de lanzamiento más en adelante.
Pero como vivimos en el “Oeste salvaje” donde existe la “Libertad deRobar” se puede esperar cualquier barbaridad arbitraria que legitima”nuestra” democracia y satisfecha la sed de venganza de los fascistas.
En éste sentido lanzamos de nuevo un grito a la solidaridad mutua yde alerta por posibles actuaciones ilegales contra la kasa okupada.
El mismo dia del desalojo (legal u ilegal) de Kan Bici convocamos una Manifestación a las 19.00h en la Plaza Major de Banyoles!
Para los dias 15 al 18 de Febrero estamos preparando unas jornadas por la okupación y autogestión en Kan Bici.
Esto es todo por el momento, gracias por vuestra atención!
Kan Bici resiste!
Salud & Anarquia
Kan Bici, Galliners (Pla de l’Estany), 7 de Enero 2018

[CAT-ENG mas abaix-below]

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St. Pol de Mar: Koncierto de navidad en Mas Bestia Squat II

LUNES, 25 DICIEMBRE 2017ST.POL DE MAR, c/Herois Fregata Nymancia(hasta el final y después seguir las indicaciones)
20h Cena de condivisión

22h Koncierto con:
HÄSSIG (Crust D-Beat Suiza)https://haessig.bandcamp.com/
TROTZ (Powerviolence/Crust Suiza]https://trotz-punx.bandcamp.com/
PEST CONTROL (Black Metal/Crust Suiza)https://pestcontrol3.bandcamp.com/
RAÓ DE FOC (Hardcore, Maresme)
JUGOS VAGINALES (Punk, Maresme)
CARNE DE SATAN (Punk, Maresme)

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Galliners: Comunicado desde Kan Bici (Nov/Dic 2017) [CAS-CAT-ENG]

El pasado 29 Noviembre 2017 recibimos la esperada sentencia en segunda
instancia donde el tribunal de Girona condena a desalojo (corta & pega de la sentencia en 1ª instancia, como habitual).Asi que a partir del 5 de Enero 2018 (cuando la sentencia estaria firme) la pro-
piedad podria pedir la execución de la sentencia (el lanzamiento) si se atreve… Este tramite dura normalmente entre mes y medio y dos meses hasta que en la fecha indicada (o después cuando les plazca) estarian las fuerzas represivas activadas para vaciar la kasa de los seres humanas que se encuentran dentro, rompiendo las puertas de acceso a la vivienda y apuntando con sus escopetas de balas de goma a las ventanas de la kasa… Asi funcionan y asi lo hicieron hace más de 5 años en Kan Pons (St. Marçal de
Quarentella), a distancia de 4 km de aqui en el mismo municipio de Vilademuls.Aquella kasa está condenada al derrumbe como las demás casas del pueblo (de la misma propiedad) dejando St. Marçal en total abandono en complicidadcon el ayuntamiento de Vilademuls.No ha cambiado nada, todo sigue igual. Hace 2 años el CSO L’Estella en Ban-
yoles fue desalojado de la misma manera, hasta hoy dia la kasa sigue vacía ycerrada. Y ésta actitud violenta persigue a lxs “esquaters” tradicionalmente enel Pla de l’Estany: El 22 Agosto 1996 fue desalojado violentamente Kan Nokaire, l’Ateneu Alternatiu de Banyoles, sin avisar a las 10 personas que habitaban la vivienda, y derribado en el mismo acto con todas las pertenencias dentro, todo ésto a responsibilidad del entonces alcalde Joan Solana quien cualificaba eldesalojo “una bona noticia per Banyoles”. Haria falta escribir una larga lista dekasas okupadas, CSO etc.que fueron desalojados durante todos estos más de 20 años de Okupación y Resistencia en la zona.Está clarisimo que no nos rendimos! La lucha contra la propietad privada u
publica abandonada sigue su curso, haremos otro esfuerzo de abrir otra kasapara vivir y para desarrollar nuestras actividades contraculturales. Casas aban-donadas hay un montón, solamente hay que elegir la que conviene.Lxs propietarixs de casas abandonadas demuestran su clara falta de respeto a
nuestros antecedentes por sus esfuerzos de levantar una casa y el material usado que fue arrebatado de la tierra, y también cuando nos denuncian a las personasque intentamos salvar la casa del derrumbe através de nuestro trabajo. 10 años es muchisimo tiempo para una casa que nadie ventila, calienta y cuida!  Basta de lamentos!Lxs que okupamos aquellas kasas cerradas sin ningún uso con muchas cosas
rotas, sucias, llenas de polvo y mierda, y le damos vida y limpiamos, arreglamosy pintamos, cuidamos y  también intentamos vivir nuestras vidas, relacionarnos ycompartir, proyectando y auto-organizarnos sin que nadie nos tiene que decircomo y cuando hacer ésto u el otro. Con respeto/apoyo mutuo y con solidaridad, contra toda autoridad institucionalizada y democratica que nos impide nuestrasvidas en plena libertad!El sentido común y el sentir humano debería ser reflectado en las reglas de nues-
tras comunidades, pero las leyes están hechas por sus amos de la burgeosia ylos caçiques para oprimir cualquier intento de autogestionar nuestras vidas y paraproteger sus propietades a muerte. La justicia, la prensa y la policia son sus armas para imponer su orden democratico contra la gente pobre y explotada y/o desobediente. Para romper con ésta tradición de siglos hay que luchar contrasus privilegios y la okupación sigue siendo una herriamenta util en éste combate.
Invitamos a todxs aquellxs rebeldes, luchadorxs y demás solidarixs a unasJornadas de Okupación y Autogestión los dias 15 al 18 Febrero 2018 en Kan Bici (Galliners, Pla de l’Estany, Girona). Cualquier propuesta sea bienvenida! Porfa confirmad vuestra participación!
Viva la Okupación!Kan Bici resiste!Ningún desalojo sin respuesta!Salud & Anarquia
contacto con Kan Bici: liberaciónomuerte@yahoo.com__________________________________________________________________[Galliners] Comunicat des de Kan Bici (Nov/Dic 2017)El passat 29 Novembre 2017 rebem l’esperada sentència en segona instància
on el tribunal de Girona condemna a desallotjament (curta & pega de la sentèn-cia en 1ª instància, com a habitual).Aixi que a partir del 5 de Gener 2018 (quan la sentència estaria ferma) la pro-
pietat podria demanar la execució de la sentència (el llançament) si s’atreveix. Aquest tramiti dura normalment entre mes i mitjà i dos mesos fins que en la data indicada (o després quan els plagui) estarian les forces repressives activa-des per buidar la kasa dels éssers humanes que es troben dins, trencant les portes d’accés a l’habitatge i apuntant amb les seves escopetes de balesde goma a les finestres de la kasa… Aixi funcionen i asi ho van fer fa més de 5 anys en Kan Pons (St. Marçal de
Quarentella), a distància de 4 km de aqui en el mateix municipi de Vildemuls.Aquella kasa està condemnada a l’ensulsiada com les altres cases del poble (de la mateixa propietat) deixant St. Marçal en total abandó en complicitat ambl’ajuntament de Vildemuls.No ha canviat gens, tot segueix igual. Fa 2 anys el CSO L’Estella en Banyoles
va ser desallotjat de la mateixa manera, fins avui dia la kasa segueix buida i tan-cada. I aquesta actitud violenta persegueix a lxs “esquaters” tradicionalment en el Pla de l’Estany: El 22 Agost 1996 va ser desallotjat violentament Kan Nokaire, l’Ateneu Alternatiu de Banyoles, sense avisar a les 10 persones que habitaven l’habitatge, i derrocat en el mateix acte amb totes les pertinences dins, tot ésto a responsibilidad del llavors alcalde Joan Solana qui qualificava el desallotjament “una bona notícia per Banyoles”. Haria falta escriure una llarga llista de kasas okupadas, CSO etc.que van ser desallotjats durant tots aquests més de 20 anys d’Okupació i Resistència a la zona.Està clarissim que no ens rendim! La lluita contra la propietad privada o publica
abandonada segueix el seu curs, farem un altre esforç d’obrir una altra kasaper viure i per desenvolupar les nostres activitats contraculturales. Casas aban-donades hi ha un munt, solament cal triar la que convé.Els propietaris de cases abandonades demostren la seva clara falta de respecte
als nostres antecedents pels seus esforços d’aixecar una casa i el material usat que va ser arrabassat de la terra, i també quan ens denuncien a les personesque intentem salvar la casa de l’ensulsiada através del nostre treball. 10 anys és muchissim temps per a una casa que ningú ventila, escalfa i cuida! N’hi ha prou de laments!Els/Les que okupem aquelles kasas tancades sense cap ús amb moltes coses
trencades, brutes, plenes de pols i merda, i li donem vida i netegem, arreglemi pintem, cuidem i també intentem viure les nostres vides, relacionar-nos icompartir, projectant i autoorganitzar-nos sense que ningú ens ha de dir com i quan fer ésto o l’altre. Amb respecte/recolzo mutu i amb solidaritat, contra tota autoritat institucionalitzada i democratica que ens impedeix les nostres vides en plena llibertat!El sentit comú i el sentir humà hauria de ser reflectado en les regles de nostres
comunitats, però les lleis estan fetes pels seus amos de la burgesia i els caçiques per oprimir qualsevol intent d’autogestionar les nostres vides i perprotegir les seves propietades a mort. La justícia, la premsa i la policia són les seves armes per imposar el seu ordre democratic contra la gent pobra i explotada i/o desobedient. Per trencar amb aquesta tradició de segles cal lluitar contra els seus privilegis i l’okupació segueix sent una herriamenta util en aquest combat.
Convidem a todxs aquell/e/s rebels, lluitador/e/s i altres solidàri/e/s a unesJornades d’Okupació i Autogestió els dias 15 al 18 Febrer 2018 en Kan Bici (Galliners, Pla de l’Estany, Girona). Qualsevol proposta sigui benvinguda!Sius plau confirmeu vostra participació!
Visqui l’Okupació!Kan Bici resisteix!Cap desallotjament sense resposta!Salut & Anarquia
contacte amb Kan Bici: liberaciónomuerte@yahoo.com____________________________________________________________________[Galliners] Communiqué from Kan Bici squat (Nov/Dec 2017) Last 29th November 2017 we received the awaited sentence in second instance
where the court of Girona condemned Kan Bici to eviction (cut & paste of the sen-tence in first instance, as usual). So that means from January 5th 2018 (when the sentence would be firm) the
property could ask for the execution of the sentence (the eviction) if it dares… This procedure lasts normally between month and a half and two months until in the indicated date (or later when they please) would be the repressive forces activated to empty the squat of the human beings that are inside, breaking the doors of access to the house and pointing with their shotguns of rubber bullets to the windows of the squat … So they worked and so they did more than 5 years ago in Kan Pons (St. Marçal de
Quarentella), at distance of 4 km from here in the same municipality of Vilademuls.Nothing’s changed, everything’s the same. 2 years ago the CSO L’Estella in Ban-
yoles was evicted in the same way, until today the house remains empty and closed. And this violent attitude persecutes the “squatters” traditionally in the Pla d’Estany: On 22nd August 1996 was violently evicted Kan Nokaire, L’Ateneu Alternatiu of Banyoles, without warning the 10 people who inhabited the dwelling, and demolished in the same act with all their belongings inside, all this with the responsibility of the then Mayor Joan Solana who qualified the eviction “a nice no-tice for Banyoles”. It would be necessary to write a long list of squats, CSO etc. that were evicted during all these more than 20 years of squatting and resistance in the area. It’s clear we don’t give up! The fight against private intellectual or abandoned public
properties continues its course, we will make another effort to open another squat to live and develop our countercultural activities. Abandonated houses there’s a lot, you just have to choose the one that suits. The owners of abandoned houses demonstrate their clear disrespect to our ante-
cedents for their efforts to lift a house and the material used, which was snatched from the earth, and also when they denounce the people we try to save the house from the collapse through our work. 10 years is a lot of time for a house that nobody airs, warms and cares! No more wailing!Those who we squat those closed homes without any use with many broken things,
dirty and full of dust & shit, and we give life and clean, fix and paint, care and also try to live our lives, relate and share, projecting and self-organization without anyone having to tell how and when to do this or that. With mutual respect/support and solidarity, against any institutionalized democratic authority that prevents our lives in full freedom.Common sense and human feelings should be beam into the rules of our communities,
but the laws are made by the masters of the burgeosie and the caçiques (landowners) to oppress any attempt to self-managing our lives and to protect their properties to death. Justice, the media and the cops are their weapons to impose their democratic order against the poor and exploited and/or disobedient people. To break with this tradition of centuries we have to fight against their privileges and squatting continues to be a useful tool in that struggle.
So we call out and invite all those rebels, fighters and other united in solidarity to some Days of Squatting and self-management from 15th to 18th of February 2018 at Kan Bici (Galliners, Pla de l’Estany, Girona, Catalonia, Spanish State). Any proposal is welcome! Please confirm your participation!
Viva Squatting! Kan Bici resists! No eviction without answer! Health & Anarchy!
contact Kan Bici: liberacionomuerte@yahoo.com__________________________________________________________

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Vilademuls (Girona): Kan Bici resisteix!

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Kan Bici segueix resistint mentre els enganys i la guerra bruta per part de les institucions (ajuntament)i els seus col·laboradors estan activades per impedir qualsevol nova okupació en el municipi.

No ens faran retrocedir ni un mil·limetro!
Visca l’Okupació!

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Poland, Poznań: nationalism shall not pass! [ENG] [PL]

NATIONALISM SHALL NOT PASS!

Last March, right after a nationalist rally, a group of 30 masked men attacked an anarchist bookshop Zemsta, which was full of guests at the time. The previous attack took place two weeks before, another one happened last month. Mlodziez Wszechpolska (MW) – a nationalist organization – is trying to terrorize Poznan.

On 15 November 2017 MW is organizing a meeting with deputy Robert Winnicki, a neofascist who spreads hate and xenophobia. The presence of that “important guest” is an attempt to legitimize the vicious attacks of nationalists. Winnicki, who is known for an attempted attack against a Roma settlement in Wroclaw, became the face of the fascist far-right in Poland. He is coming to Poznan to meet with the local nationalists at a bar in the center of the city.

Attacks against Zemsta are not the only examples of the fascist actions of MW in Poznan. They have attacked various demonstrations, i.e. the Gay Pride, they attacked a LGBT organization’s office, they have taken down rainbow flags. They are known for organizing anti-refugee and anti-migrant film screenings. As a result, we have seen more and more attacks against foreigners, which have been more common recently.

Can we just stand by and rest assured? Once again, let’s say no – let’s stop them! Let’s show that in Poznan there’s no space for chauvinism and racism and that the nationalist terror of the nationalists violates our values! Let’s block the far-right’s march towards power right here in the center of Poznan, on Rybaki Street!

On 15 November, let’s unite our powers and voices of various people and organizations in a street happening. We will play instruments, make noise, dance, protest and take part in artistic performances. Let’s all bring something: a banner, a whistle, a leaflet, a poem, some snacks – anything! Let’s show them that they are more of us and we won’t let the nazis and politicians divide us. Because, even though we are different, we can unite in a common cause. The time is now!

Mlodziez Wszechpolska and Robert Winnicki are not welcome in Poznan!

NATIONALISM SHALL NOT PASS!
POZNAN FREE OF NATIONALISM!

[pl]

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Barcelona: Onada de desallotjaments a Barcelona entre la DUI i el 155

https://directa.cat/onada-de-desallotjaments-barcelona-entre-dui-155

Els darrers dies, s’han desallotjat fins a quatre immobles. En dos dels casos, les okupants van ser aïllades en una habitació i incomunicades durant una hora mentre agents de paisà dels Mossos registraven la finca a la recerca d’informació

_mg_8740_como_objeto_inteligente-1_0.jpgLa intensitat política del moment actual no ha servit per a minimitzar l’activitat judicial i policial pel que fa als desallotjaments d’edificis okupats. En tan sols dotze dies –entre el 20 d’octubre i el 2 de novembre–, coincidint amb un tens context polític entre les declaracions d’independència i l’entrada en vigor del 155, quatre projectes socials i/o d’habitatge han estat desallotjats pels Mossos d’Esquadra. Una finca al barri de La Taxonera, el CSOA Kasanostra a Vallcarca, el projecte d’habitatge migrant La Tomaquera, al Carmel, o Can Puntales, al Passatge Alió (districte de Gràcia), han estat casos que, fins ara, deixen a una cinquantena de persones afectades i sense alternativa habitacional. Algunes d’aquestes persones també han denunciat la irregularitat d’alguns dels operatius policials i dels procediments judicials efectuats aquests dies.

Primer desallotjament, a la Taxonera

Després de passar per les mans de diferents constructores i entitats bancàries com Caixa Penedès o Banc Sabadell, la Societat de Gestió d’Actius procedents de la Reestructuració Bancària (SAREB) es va fer amb un bloc de pisos inacabat que havia restat abandonat durant més de cinc anys. Les okupants van finalitzar l’obra i van residir-hi durant un any i mig, mentre que s’obria un procediment civil impulsat pel Jutjat d’instrucció número 18 de Barcelona, acusant les “desconegudes ocupants” d’un delicte d’usurpació. El jutjat dictava, per tant, una ordre de desallotjament cautelar per a la posterior identificació dels residents.

“En aquest temps, no hem tingut accés a la interlocutòria judicial en cap moment. Ningú ens ha identificat ni notificat res. La següent notificació, mesos més tard, ja va ser un grup de mossos radiant la porta de casa a les sis del matí i apuntant-nos amb el subfusell i la llanterna”, denuncia un dels okupants de l’immoble, que va ser desallotjat el passat divendres 20 d’octubre.

Sobre l’operatiu policial, el mateix testimoni relata que “no vam rebre ni veure cap notificació de la comitiva judicial, no ens van mostrar l’ordre de desallotjament i inclús es va desallotjar un dels pisos del bloc tot i que era d’una propietat diferent i no hi havia cap ordre de llançament sobre ell”.

Les 12 persones que hi residien denuncien que van ser “sotmeses a una ordre de registre general, de la que es deriva el tracte rebut”. L’operatiu policial les va aïllar en una sala durant més d’una hora, incomunicades i assegudes a terra sense dret a fer una trucada o fumar. “Mentrestant, agents de Mossos de paisà rastrejaven tota la casa a la cerca de documents” denuncia el mateix jove.

​25-O, CSOA Kasanostra

El 25 d’octubre al matí, es produia un nou desallotjament al barri de Vallcarca de Barcelona. En aquest cas fou el CSOA Kasanostra, okupat feia més de tres anys per esdevenir un punt de trobada que oferia dinars, biblioteca, cinefòrums i tallers. En el seu periple especulatiu, la finca havia quedat afectada per un llançament hipotecari contra la promotora Replanteig d’Obra SLU, iniciat pel fons d’inversió AREO SARL de Luxemburg, nou propietari de l’immoble, que havia comprat el deute d’aquesta promotora a Bankia, el 7 d’octubre del 2014.

“Segons el jutjat de primera instància 55 de Barcelona, ens va arribar una notificació perquè el desallotjament es fes efectiu el dia 28 de juny de 2017. Des de llavors ens vam veure sense possibilitat de tenir informació del cas i a l’espera de rebre notificacions, que mai van arribar, fins al desallotjament”. Així, segons relaten des del projecte, “poc abans de les 7 del matí, set furgonetes dels Mossos d’Esquadra (entre elles la Brigada Mòbil i la d’Informació) van entrar per la força sense mostrar l’ordre de desallotjament pertinent”.

Com al cas de la Taxonera, les sis ocupants van ser aïllades en una habitació mentre agents de paisà registraven la casa a la recerca d’informació. A més d’aquestes pràctiques, les residents han denunciat “l’embat especulatiu que pateix una zona que representa un Carmel per al turisme, just a sota del Park Güell”.

La Tomaquera, habitatge migrant autoorganitzat

El mateix matí que el CSOA Kasanostra, quatre dotacions dels Mossos d’Esquadra trencaven la porta i desallotjaven La Tomaquera, una finca situada al carrer Albert Llanas del barri del Carmel. Es tractava d’una finca propietat també de la SAREB a on 15 persones migrants i refugiades s’havien autoorganitzat des de feia més d’un any amb la intenció de desenvolupar una escola anticolonial i antiracista. “Que sapiguem, a Barcelona no hi ha cap més projecte com aquest a on, les mateixes afectades, migrants i refugiades, s’autoorganitzen pel dret a l’habitatge i per fer front a les dificultats del sistema d’acollida” apunta el Mohammad, un dels okupants.

“Tot i la dificultat que hi ha en gestionar aquesta situació, no tenim cap més sortida; tampoc cap alternativa municipal. Per això seguirem endavant. Creiem que es tracta d’un projecte fonamental, tant per a teixir amb els moviments socials com perquè ningú parli en el nostre nom”, conclou Mohammad.

Can Puntales, a l’inici de novembre

El darrer d’aquests desallotjaments es va produir el dia 2 de novembre, quan els Mossos d’Esquadra buidaven un bloc de pisos ubicat al carrer Indústria amb el passatge d’Alió, al disctricte de Gràcia. En el moment de l’operatiu hi havia 18 persones a l’edifici, inclosa una menor d’edat.

Segons les residents, poc després de l’okupació, el mes de juny passat, el jutjat d’instrucció número 14 de Barcelona obria un procès penal i notificava a les okupants de l’immoble que l’havien d’abandonar en cinc dies. “No va haver-hi cap més avís, fins a la matinada del dia 2 de novembre, en què els Mossos van desallotjar l’edifici”, denuncien. “La jutge considera que el requeriment que es va fer és suficient per desallotjar-nos en qualsevol moment sense tornar-ho a notificar”, critica el comunicat fet públic per les afectades.

Durant el dispositiu, els Mossos van carregar contra les nombroses concentrades que donaven suport des de l’exterior de l’edifici i a qui les afectades han volgut agrair el seu acompanyament.

Líders en llançaments i execucions hipotecàries

El passat 25 d’octubre, el Tribunal Constitucional (TC) suspenia cautelarment la llei del Parlament de Catalunya de protecció del dret a l’habitatge per a les persones en risc d’exclusió residencial (o llei contra els desnonaments). Ho feia després que el govern de Mariano Rajoy la recorrés al TC en considerar que aquesta vulnerava les competències de l’Estat. Així, les lleis queden sense cap efecte fins que no hi hagi una sentència ferma.

En paral·lel, segons l’informe fet públic pel Consell General del Poder Judicial (CGPJ) el mes d’octubre, en el segon trimestre de l’any (abril-juny) el nombre de llançaments practicats a tot l’Estat espanyol va ser de 16.859. Gairebé el 58% provenien de procediments derivats de la Llei d’Arrendaments Urbans (LAU). L’altre part d’execucions hipotecàries (36%) i altres causes. Catalunya va ser de nou la comunitat a on es van practicar més llançaments: 3.625, el 21,5% del total nacional, el que la situa, juntament amb el País Valencià, Madrid i Andalusia, al capdavant de la llista de les comunitats que efectuen més execucions hipotecàries i llançaments dels darrers anys.

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Madrid: Asedio de Desokupa deja el CSOA La Yaya sin acceso a comida y agua [CAS]

La empresa Desokupa se ha acercado hoy al Centro Social La Yaya, del barrio madrileño de Argüelles, a taparles la ventana para obligarles a salir por desnutrición y deshidratación.

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La Yaya había ocupado a principios de octubre este local de la calle Juan Álvarez Mendizábal 74 que llevaba en desuso más de 15 años para utilizarlo como centro cultural abierto a todas las personas del barrio. El propietario del inmueble, Jorge Iglesias, sobrino del cantante Julio Iglesias, contrató a la empresa Desokupa, que les hizo su primera visita el 12 de octubre, ofreciendo remuneración económica y, ante el rechazo de los miembros de La Yaya, decidieron tomar medidas más fuertes. El día 20 intentaron sin éxito echarles la puerta abajo quitando los clavos.

La policía, sabedora de que ellos no pueden desalojar a nadie sin una orden judicial, no sólo no ha impedido las medidas tomadas por Desokupa, sino que uno de sus miembros los abrazó al llegar al centro social.

La empresa Desokupa se define como una empresa intermediadora especializada en la intermediación de inmuebles ocupados ilegalmente. Aseguran estar basados en “el respeto a las personas, sin distinción de raza, religión o tendencia política”, defender “el derecho a la propiedad privada” y una “rápida intermediación amistosa con los ocupantes del piso apropiado” si la intermediación no se acepta, su equipo de abogados iniciará una actuación judicial. Lo que dicha empresa no cuenta es que su jefe, Daniel Esteve, ha sido detenido por coacción brutal y que otros de sus miembros son nazis, asesinos y paramilitares. Sin embargo, en su página de Facebook se han quejado de que los periodistas manipulan y que la policía les ha apoyado en todo este proceso.

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Barcelona: Tattoo circus 2017

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Brazil,Mato Grosso: Mundukuru people defending their wand welcomed with bombs and repression [ENG]

1Mato Grosso – On Friday, October 13th, about 80 Indigenous Munduruku People landed at the construction site of the São Manoel hydroelectric plant, after a seven-day trip on the Teles Pires River, to demand compliance with agreements that were closed – and not met – with the companies responsible for the construction of the São Manoel and Teles Pires
mills, in Mato Grosso, signed last July. The builders of the mills were responsible for the destruction of the two main holy places of the Munduruku nation (Dekuka’a, the Hill of the Apes, and Karobixexe, the Seven Falls of the Teles Pires and home of the Mother of the Pisces), in addition to the desecration of more than ten funeral urns.

The Munduruku People were welcomed by a contingent of the National Security Force, who even fired mortar bombs at the group of men, women and children. The action was authorized by the Ministry of Justice and Public Security (MJSP) in response to a request from the Ministry of Mines and Energy (MME). A prohibition interdict – a judicial order that in advance criminalized three indigenous leaders and imposed a daily fine of 5,000 reais in the event of any action at the São Manuel construction site (EDP Brasil, Furnas Centrais Elétricas and China Three Gorges Corporation) – had been issued by Judge Marcel Queiróz Linhares, of the Second Federal Court of Sinop, on October 11.

3The main claim of the Munduruku is a formal apology from the builders of the two hydroelectric plants for the damage caused to the sacred sites and the funeral urns. The demand had been presented to the mills and the federal government in July, when a first action occurred at the São Manoel plant. At the occasion, a public hearing was held for the 28th and 29th of September in the village of Mission Cururu, on the Cururu River, in Jacareacanga, with the presence of the Federal Public Ministry (MPF), Funai’s presidency and representatives of the companies. Only MPF came. The companies sent a notification saying that they would not be held liable for the damages, which motivated the new Indigenous mobilization. “We are coming back because it is a determination of the spirits. We have to please them with our rituals, but as long as the company does not take its responsibility and do not apologize, neither we nor them will not settle down. So we go there with the protection of our ancestors, “explains one of the group’s pajés.

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Poland: Women are reopening their umbrellas – black protest´17 [ENG]

Abortion has been a controversial issue on the political agenda in Poland since the 90s.

Tuesday marks (3rd of October´17)a year since thousands of women protested in the streets, in their workplaces, and in their homes, against an attack on their reproductive liberties. A year ago to the day, women have to do it again. A new bill has been drawn up to further limit the already restrictive abortion laws in Poland. As it is, abortion here is only possible when pregnancy poses a threat to a woman’s life or wellbeing, when it is the result of rape, or when the fetus is seriously and incurably ill or damaged. Even when one of those criteria is met, getting an abortion is really hard, if not impossible.

Conservative groups are calling to cut one of those criteria. They want to ban the termination of severely and irreversibly damaged and ill fetuses, even those which have no real chance of postnatal survival. Protesters want not only to stop the new bill, they’re petitioning for more lax laws which would legalize all abortions up until the 12th week of pregnancy, and only in the three extreme cases allowed under the current laws after that.

But abortion is only one of many issues facing women in Poland today. A piece of our reproductive freedoms was taken away this past year when the government made the ¨after pill¨ available by prescription only.

And by the way, the doctor doesn’t have to give you one. She/he can call on the “conscience clause” and refuse to prescribe you the pill because it’s against her/his religion. It doesn’t stop there. Marek Michalak, the Children’s Rights Ombudsman in Poland, has drawn up a bill to “protect unborn children from the effects of alcohol and drugs”.

It sounds innocent enough, but he proposes saving babies from Fetal Alcohol Syndrome by forcing at-risk pregnant women to be treated in institutions — without clearly defining what ‘at-risk’ means — and allowing the community to report pregnant women to the authorities for ‘misbehaving’ while pregnant, which could see treatment imposed on them, as well.

Last year, women protested because making decisions for people who are faced with a moral dilemma is not any kind of protection, certainly not of the sanctity of life. It’s oppression. It’s people — clergy, medics, suits — taking power and taking control.

Just like last year women in Poland returned to the streets. And just like last year, it’s raining and we raised our umbrellas!

via

 

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Poland: Man set up himself on fire – one of his reason was the destruction of the Bialowieza Forest [ENG]

A man set himself on fire in Warsaw. In his letter he mentioned that this was his protest against Polish government and destruction of nature (Bialowieza Forest)[1]. At the same time, in Bialowieza, foresters kept logging and forest guards – beating and arresting protesters.
Yesterday forest guards violently disrupted a 16-day blockade aimed against logging and selling old trees from the Bialowieza Forest.
Watch huge piles of logs from old trees for sale, which were blocked by the protesters:
https://www.facebook.com/dlapuszczy…

Once again, activists were victimized and beaten by forest guards. One person was punched in the face twice and, then, it was him that got accused of an assault on the guards. As a result, he spent the night in custody. After the violent intervention, German activist was in a state of shock for an hour, lying on the ground. Next, she was taken to hospital, as she could not feel her arm, as a consequence of brutal pacification of the blockade. German Embassy has already been informed.
Watch video with guards brutality:
https://www.facebook.com/dlapuszczy…

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Polska : Ludzie przeciw myśliwym [PL]

 

Działaj z nami !!!
Nasze działania są realne. Stawiamy przed sądami przestępców znęcających się nad zwierzętami.
Jesteśmy legalnie działającym stowarzyszeniem, publikujemy raporty finansowe, by zachować niezależność naszą działalność związaną z obroną praw zwierząt finansujemy wyłącznie z waszych wpłat oraz tego co sami wypracujemy jako stowarzyszenie. Nikt nie może nam niczego zakazać lub nakazać, jesteśmy autonomiczni i konsekwentni w działaniach.


Co możesz zrobić żeby nam pomóc?
– udostępnij ten post, dzięki temu wiedza o tych przestępstwach dotrze do tych którzy nie są świadomi tego jak myśliwi traktują zwierzęta,
– przesyłaj nam wszelkie informacje o przestępstwach popełnianych przez myśliwych, norowaniach, konkursach norowań i polowaniach z udziałem psów, jeśli znajdziesz gdzieś zdjęcia, filmy dokumentujące takie zachowania – prześlij je nam,
– jeśli masz możliwość wesprzyj nas finansowo pieniądze zostaną zaksięgowane na koncie naszej fundacji i przeznaczone na działania prawne przeciwko tym którzy krzywdzą zwierzęta oraz na akcje w terenie.


Naszą misją jest zmienić odbiór społeczny działalności myśliwych. Uważamy że jest to środowisko zdeprawowane i korzystające z niezasłużonych przywilejów. Ilość przypadków łamania prawa przez członków PZŁ, wynikających bezpośrednio z działalności w tej organizacji jest porażająca. Zbieramy te informacje , katalogujemy gdy nadejdzie czas złożymy wniosek do prokuratury w którym wykażemy że działalność PZŁ może mieć znamiona grupy przestępczej. Dzisiaj mamy udokumentowane ponad 200 przestępstw dokonanych przez członków PZŁ na które PZŁ mimo wiedzy o nich nie zareagowało .

WSPIERAJCIE NAS W TYCH DZIAŁANIACH !

Ścigamy sadystów, uwalniamy lisy które przeznaczone są na śmierć, organizujemy blokady polowań, walczymy z myśliwską mafią. Nie stosujemy przemocy, używamy metod zgodnych z prawem ale jesteśmy piekielnie skuteczni.
Jest nas już ponad 150 000 to więcej niż myśliwych w Polsce. Razem rozprawimy się w końcu z mafią sadystów znęcających się nad zwierzętami. Możemy działać dzięki waszej pomocy i zaangażowaniu. Nasze działania finansujemy wyłącznie z tego co otrzymamy od Państwa.


Wpłat można dokonywać na dwa sposoby.
Najprościej, najszybciej i najskuteczniej jest kliknąć w podany link i przekazać wpłatę przy pomocy karty płatniczej czy kredytowej.
.
Płatność dowolną kartą w systemie PayPal pod adresem:
https://www.fundacjalpm.eu/wesprzyj-nas
Możesz też przesłać pieniądze na rzecz fundacji tradycyjnym przelewem, tu znajdziesz dane do jego wypełnienia.
.
Fundacja LPM
ul Górczewska 53, 15-404 Warszawa
nr konta: 77 2490 0005 0000 4530 4612 4233
tytuł: darowizna na cele statutowe

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Poland, Warszawa: Open invitation to antifascist march on 11th of November [ENG]

An open invitation to the “For your freedom and ours. History is happening today” – antifascist march, that will take place on the 11th of November 2017 in Warsaw, Poland.

Every year, on the 11th of November, Polish far-right groups organize
the biggest nationalist march in Europe. They march through the center
of Warsaw. Every year, we, a network of antifascist groups, organize
resistance. This year we would like to invite all of you to join. Here
is a bit of context: As the far-right grows stronger across Europe, from
the Golden Dawn in Greece, AfD in Germany, to the National Front in
France, from Putin and Erdogan to Trump, it is easy to overlook Poland,
where in recent years the right wing hegemony has become almost
complete. In 2015, almost three dacades after a devastating transition
to capitalism, the national-conservative party, PiS (Law and Justice),
won the elections in Poland and the liberal facade disappeared. The
semblance of rule of law, liberal democracy or political correctness is
gone. The government openly flirts with neo-nazi militias, empowers the
police and secret services, and arms paramilitary groups as part of a
new “homeland defense” army. At the same time, they launch a massive
offensive against women, minorities and foreigners. Groups that had
already been marginalized through eg. the abortion ban, lack of any
legal recognition of LGBT relationships and the rejection of asylum
requests. The national TV spreads messages of hate, airing disgusting,
manipulated, islamophobic, homophobic and anti-left propaganda. Views
that filled the pages of neo-nazi zines and obscure forums only ten
years ago, are now spouted by MPs and the public media. This sewage is
filling the mainstream and gradually ceases to shock anyone. That hatred
takes its bloody toll – physical attacks on non-white people are common,
while LGBT teens hang themselves to escape persecution. The
parliamentary opposition has done nothing to stop the far-right, and
there is not a single political party in the parliament that could be
called “left-wing”. Different factions of liberal, conservative or crazy
right-wing unite in their hatred for refugees, love for the nation and
respect for most shameful episodes of the past. Years of downplaying
nationalism in the media and politics, years of liberal hysteria about
“two extremes”, years of tolerance towards racial, ethnic and gender
hatred finally have their effect. This is exactly what the antifascist
movement has always warned about. Is it time to run? Or is it time to
sit in front of the news feed, posting cries of horror in the comments?
Is it time to wait and see how far it will go? We believe we can awaken
from this great historical reconstruction, and – while the right-wing
plays SS marches, masturbates to the vision of reopening Auschwitz, and
trains shooting in the forest – remind ourselves of our traditions.
Traditions of resistance based on international solidarity. From the
workers organizing against wars and expoitation, the fronts of the
Spanish Revolution and anti-nazi underground, to solidarity with
decolonization, non-withe struggles and migrant movements. Our best
weapon against fascism has always been our unity. This is why we call on
all antifascists, anticapitalists and anarchists to join us and once
again show our unity. Lets stand hand in hand as another kind of
community – one that doesn’t have racial, ethnic or gender divides, but
forms around resistance to injustice and hate. With that in mind, we
invite you to the 11th of November march – “For your freedom and ours.
History is happening today”.


How you can support us:
All forms of support are welcome – from 
organising benefit gigs and fundraising, 
through banner drops, solidarity videos and 
spreading this call out, through coming to 
the demonstration  in person. For details, 
contact : antyfaszystowska.warszawa@riseup.net 
(we use PGP)

The Antifascist Coalition collective




PS. As we address this letter to our friends in Germany, we want to make clear: 
solidarity from groups supporting  Zionism is not welcome here. We fully 
stand  by the Palestinian people and their right to self-deteremination and their 
struggle against the settler-colonial project.
PS2. We also want to stress that we stand by the Syrian people and their
right to self-determination. If you see the regime of Bashar al-Assad as
anti-imperialist and therefore positive, you are not welcome either.
Assad is a butcher and together with Russia, Iran and Hezbollah, he is
responsible for a genocide on the Syrian people: in his prisons, and
through massive bombings of Syrian cities.

 

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